Coronavirus, Crisanti: “La settimana prossima sarà cruciale”

Nel mentre anche da Johnson&Johnson arrivano notizie poco rassicuranti…
«La produzione è destinata ad andare a regime, ma per fare 45 milioni di dosi entro l’estate bisogna coinvolgere medici di base, pediatri e farmacie. L’Inghilterra è arrivata a 5 milioni al mese, per cui realisticamente si potrebbe finire entro l’anno».

Ha senso bloccare le esportazioni di vaccini?
«Nella pandemia globale sembra demagogia, anche se era anomalo che AstraZeneca fosse in ritardo con le consegne europee e distribuisse ad altri Paesi. Bisogna andare cauti e cercare un criterio di equità».

In questa situazione a chi va dato prima il vaccino?
«Con le scuole, tristemente ma giustamente, chiuse la priorità sono anziani e soggetti fragili. Completati gli over 70 si potrà passare a insegnanti e forze dell’ordine».

AstraZeneca si può dare a tutti?
«Lo ha dimostrato l’Inghilterra. E la seconda dose va rimandata di tre mesi, non eliminata. Per Pfizer e Moderna invece va fatta prima».

Lo Sputnik la convince?
«Sulla carta è un vaccino sensato, ma bisogna essere prudenti e aspettare l’Ema. Il problema probabilmente è che i russi hanno fatto sperimentazioni poco ortodosse e temono di prestarsi a delle critiche nel pubblicarle».

Quante volte dovremo rivaccinarci?
«Dipende dalla durata dell’immunità e dalle varianti, magari anche tutti gli anni come con l’antinfluenzale».

Si aspetta varianti più fastidiose dell’inglese?
«Già questa è problematica, ma se non ci si organizzerà ne arriveranno altre».

Toglieremo mai le mascherine?
«Quest’anno ci hanno risparmiato l’influenza e molto dipenderà da quali altre misure avremo implementato. Se con la vaccinazione copriremo il 70 per cento della popolazione, l’indice di contagio resterà uguale a 1 e le dovremo tenere. Per farlo scendere bisognerà vaccinare più persone o mantenere le misure».

LA STAMPA

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