Cluster ombra e finti positivi: quanto incidono gli errori sulle chiusure?
Giuseppe De LorenzoAndrea Indini
Un’intera famiglia bloccata in casa. Il tampone molecolare di uno dei tre figli, il più grande, è risultato positivo al Covid-19. Tutti in quarantena, dunque. Sanno già cosa significa perché due di loro, il padre e il secondogenito, ci sono già passati da quell’inferno: contagiati entrambi lo scorso autunno, durante la seconda ondata di epidemia.
Eppure, a questo giro, qualcosa non torna. E così qualche ora dopo l’esito, essendo l’infetto ancora completamente asintomatico, decidono di ripetere il tampone. Il risultato, questa volta, è di segno opposto: negativo. Cosa succede se è il tampone a sbagliare? Se il positivo è, in realtà, un falso positivo e quindi negativo? Cosa succede se la percentuale di questi errori non sono casi isolati ma finiscono per incidere percentualmente sul bollettino quotidiano e quindi sulle scelte del Comitato tecnico scientifico e del governo?
Il cluster fantasma
Il caso emblematico di questo problema è il focolaio fantasma scoppiato a inizio mese al Teatro alla Scala di Milano. Iniziato tutto il 21 febbraio. Una ballerina sta male: i sintomi sono quelli del Covid e un test molecolare lo conferma. Tre giorni dopo tutti i ballerini vengono controllati ma l’esito è negativo. Il 26 un nuovo giro di screening fa emergere un secondo caso e i vertici decidono di sospendere le attività del corpo di ballo. Salta così la registrazione dello spettacolo Omaggio a Nureyev che avrebbe dovuto essere trasmesso in streaming la domenica successiva. In realtà, la ballerina risultata positiva si negativizza nel giro di breve e così la preccupazione rientra. Per poco, però. Perché la settimana successiva sono punto e a capo e i numeri sono quelli di un maxi focolaio. Solo nel corpo di ballo i positivi sono, infatti, trentaquattro.
Tra quelli che finiscono in quarantena c’è chi non nasconde la propria incredulità per l’esito. “Non ce n’è uno che sta male – ci dice – è possibile che siano tutti asintomatici”. E poi il dubbio: “Come è possibile che, con tutti i controlli a cui ci sottopongono e con le regole ferree che seguiamo, sia esploso un cluster del genere da un giorno con l’altro?”. Le domande rimbalzano nella testa dei ballerini costretti a stare a casa in quarantena. Anche all’ospedale Sacco, che sta seguendo il caso, vogliono vederci chiaro e così predispongono un altro test molecolare per tutti quanti. E questo ribalta l’esito: sui 45 artisti, che erano risultati positivi, ben 44 sono negativi. Niente maxi cluster.
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