Bruno Le Maire, ministro dell’Economia della Francia: «Un nuovo Patto di stabilità e più investimenti anti-crisi»
di Umberto Mancini
Spinta agli investimenti, rafforzamento della collaborazione tra Francia e Italia sulle nuove tecnologie, impegno a rendere più competitiva l’Europa rispetto a Cina e Stati Uniti, anche cambiando le regole Ue e modificando il Patto di Stabilità. Bruno Le Maire, da quasi quattro anni ministro dell’Economia francese e responsabile dell’attuazione del Recovery Fund per il suo Paese, ha le idee chiare su come affrontare il futuro e vincere la sfida della pandemia. E’ a Roma per incontrare i ministri Franco, Colao e Giorgetti e fare il punto sulle strategie della ripartenza che illustra in questa intervista esclusiva al Messaggero.
Ministro
Le Maire, Francia e Italia sono stati tra i primi paesi a promuovere il
Recovery Fund: quali sono le sfide future e le aree di collaborazione
in cui Parigi e Roma possono lavorare per dare una spinta alla ripresa?
«Credo
che la parola chiave per il 2021 debba essere investimento. L’Europa
deve investire, investire, investire. Nel 2020 abbiamo protetto
l’economia, nel 2021 dobbiamo rilanciarla. Questo è estremamente
importante perché abbiamo due concorrenti, Cina e Stati Uniti, le cui
economie sono già ripartite. In particolare la Cina, dove la ripresa è
già molto significativa. Quindi è fondamentale che l’Europa acceleri
l’attuazione del suo piano di rilancio per permetterci di innovare e
continuare a partecipare alla corsa tecnologica. Perché il Ventunesimo
secolo sarà all’insegna dell’innovazione e delle nuove tecnologie. Da
questo punto di vista, credo che la nostra cooperazione con l’Italia sia
esemplare e debba continuare in nuove aree».
In quali, esattamente?
«Vedo due nuovi spazi
entro i quali possiamo correre insieme, con l’obiettivo di rafforzare
la sovranità tecnologica europea. Il primo è lo sviluppo dell’idrogeno:
stiamo per lanciare un importante progetto di interesse comune europeo
(Pice) e speriamo che sia notificato prima della fine del 2021 onde
poter mettere a terra i progetti già nel 2022. La Francia investirà 7
miliardi di euro sull’idrogeno e vogliamo che l’Italia partecipi
pienamente a questo progetto. Il secondo spazio di crescita riguarda
l’elettronica. Abbiamo visto chiaramente durante questa crisi che è
rischioso essere troppo dipendenti dall’Asia per la produzione di
semiconduttori. Noi, francesi e italiani, abbiamo un’azienda esemplare
in questo settore: STMicroelectronics. Vorremmo che Francia e Italia si
impegnassero in un secondo progetto in questo settore, con l’obiettivo
di diventare indipendenti nella produzione di semiconduttori, in
particolare per l’industria europea».
E sulla salute cosa intendete fare? Quali progetti sul tavolo? Si tratta di una emergenza assoluta che va affrontata insieme.
«Stiamo
lavorando su inviti coordinati a presentare piani tra gli Stati membri
affinché possa nascere un progetto di interesse comune europeo».
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