Spagna, l’eutanasia diventa legale Sánchez: siamo un Paese più umano
Il Congresso di Madrid ha approvato ieri la legge che regolamenta l’eutanasia, la rende possibile e gratuita all’interno del sistema sanitario pubblico. Potrà richiederla chi «soffra di una malattia grave e incurabile o di una condizione» nella quale dolori «cronici provochino una situazione di incapacità». Lo scopo, recita il testo, è di stabilire il diritto dei cittadini spagnoli e dei residenti nel regno a chiedere l’aiuto dei medici per evitare «sofferenze intollerabili».
La norma salvaguarda l’obiezione di coscienza da parte dei sanitari e, se la Corte Costituzionale respingerà i ricorsi annunciati dall’estrema destra di Vox, entrerà in vigore a metà giugno.
Sarà possibile, a seconda delle condizioni di salute, sia auto-iniettarsi una sostanza letale sia riceverla dal personale sanitario. L’accesso alla «dolce morte» dovrà passare attraverso tre fasi di valutazione da parte di medici estranei al caso e di una Commissione. Il paziente dovrà anche confermare quattro volte la propria intenzione nel corso di cinque settimane. Per questo chi chiederà l’eutanasia dovrà essere «capace di intendere e volere».
La legge nasce da un’iniziativa del partito socialista, principale forza di governo. Secondo l’ultima inchiesta di opinione (Ipsos, novembre 2020) l’85% degli spagnoli è favorevole e, come in Italia, il dibattito è acceso da decenni. Fece scalpore nel 2004 il film premio Oscar «Mare dentro» che racconta la lotta per l’eutanasia da parte di Ramon Sanpedro, un tetraplegico spagnolo interpretato da Javier Bardem. Il premier Pedro Sánchez ha commentato il provvedimento su Twitter. «Oggi siamo un Paese più umano, giusto e libero. Abbiamo risposto a una richiesta ampiamente condivisa dalla società. Ringrazio tutti coloro che hanno lottato instancabilmente perché in Spagna fosse riconosciuto il diritto a morire con dignità».
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