«Stop al codice degli appalti per accelerare il Recovery». L’Antitrust al governo: regolamenti da sospendere

Attenzione, però, avverte l’Authority: semplificare non vuol dire lasciare campo libero. Un altro passaggio necessario per accompagnare la sospensione del codice degli appalti è infatti garantire comunque la regolarità delle opere. «A fronte dell’alleggerimento degli oneri amministrativi e burocratici derivanti dall’applicazione delle direttive europee», segnala l’Antitrust «non dovrebbero venire meno i presidi volti a tutelare la legalità delle opere pubbliche». Di qui l’idea di costituire «una struttura dotata delle necessarie risorse economiche, umane e tecniche per vigilare esclusivamente su tali opere». Si tratta di fatto di una task-force. E «a tal fine – spiega la stessa Antitrust – si dovrebbe coinvolgere non solo l’expertise tecnica dei ministeri e dell’Autorità nazionale anticorruzione, ma anche le specifiche competenze della magistratura (ordinaria, amministrativa e contabile), nonché le capacità investigative dei reparti che operano quotidianamente nel contrasto alla criminalità organizzata di tipo economico».
Nella ricetta di Rustichelli c’è anche altro. Dalla visione dei mercati energetici più competitivi, al taglio degli ostacoli sulla fibra (tra concorrenza «più estesa», garanzia sulla pluralità delle reti e stop a «barriere amministrative e inefficienze burocratiche»), fino alla rimozione delle lungaggini all’apertura di nuovi negozi e, ancora, la revisione di alcune concessioni pubbliche. Perché la concorrenza può offrire un «contributo prezioso anche nelle fasi di crisi economica».

IL MESSAGGERO

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