Pd, Letta: “Autonomia nella scelta del capogruppo: basta sia una donna. Stupito dal linguaggio di questi giorni”

La scelta della nuova capogruppo Pd alla Camera ci sarà domani, martedì 30 marzo, dalle 15 alle 18 presso la sala Berlinguer di Montecitorio. “Se posso permettermi di usare questo termine, credo che la scelta vada fatta in grande serenità”, ha detto il segretario dem, Enrico Letta, a Forrest, su Rai Radio1. E ha aggiunto: “Decideranno domani i deputati: i gruppi sono autonomi, per me l’unica cosa essenziale è che sia una donna. Mi stupisce come venga trattata la questione Madia-Serracchiani sui media: se fosse stato un confronto tra due uomini si sarebbe usato ben altro linguaggio”. Per Letta quella del ricambio “non è una battaglia, è la precondizione per stare in una società in cui uomini e donne devono avere le stesse opportunità”. Solo poche parole, invece, sulle polemiche scatenate dalla presenza di Matteo Renzi al Gran premio dei Bahrein: “leri mi sono guardato il Gran Premio di Formula Uno e quello delle moto: ma siamo in Quaresima e io ho fatto un fioretto e il mio è di non farmi trascinare in provocazioni”.

Enrico Letta è tornato, poi, sulla vicenda della scelta del capogruppo del Pd alla Camera criticando il linguaggio usato dai media per descrivere il confronto tra Debora Serracchiani e Marianna Madia. “Io ho detto che per me la cosa fondamentale è che sia una donna, perché io sono uomo, i ministri sono uomini, almeno i due capigruppo che siano due donne – ha spiegato in radio – Il Pd ha fatto tre congressi e ha avuto nove candidati uomini. A chi mi dice che fatto cosa di immagine per scardinare equilibri interni rispondo: nel 2021 anche in Vaticano è stato nominato un vicesegretario donna. Io ho preso di petto una questione perché nel 2021, appunto, non esiste che il Pd debba essere un partito solo di uomini”.

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