“Niente AstraZeneca sotto i 60 anni”. Stretta in arrivo e rischia anche J&J
Paolo Russo
ROMA. Non c’è pace per il vaccino di AstraZeneca, che a breve potrebbe essere vietato agli under 55 o a chi è sotto i 60 anni anche in Italia, seguendo l’esempio di Germania, Canada, Norvegia, Olanda e Danimarca che hanno deciso di utilizzarlo solo dalla sessantina in su o addirittura di sospenderlo. La decisione dell’Aifa, la nostra Agenzia del farmaco, arriverà subito dopo il pronunciamento dell’Ema, l’omologa europea, che già oggi potrebbe sovvertire il parere espresso poco tempo fa dicendo che sì, c’è un nesso causale tra il ribattezzato «Vaxzevria» e le rare trombosi cerebrali dei seni venosi rilevate in Europa negli ultimi due mesi.
L’Ema probabilmente non arriverà a porre limiti di età per l’utilizzo del siero anglo-svedese. Questo perché, come ci spiega una fonte autorevole di Amsterdam, «serviranno più tempo e studi più approfonditi per capire in che misura il rapporto rischio-beneficio per determinate fasce di età resta a vantaggio del vaccino». E poi l’Ema considererà il fatto che AstraZeneca ha poche alternative nei Paesi dell’Est, che hanno optato massicciamente sul ben più economico ritrovato di Oxford. Ma del fatto che ci sia una connessione tra questo vaccino, le trombosi cerebrali e alcuni tipi di eventi emorragici, gli esperti riuniti ad Amsterdam ne sono oramai convinti. E stanno esaminando uno studio tedesco secondo il quale in alcuni rari casi il vaccino darebbe luogo a una risposta immunitaria che va a ridurre le piastrine nel sangue, generando quei rari eventi avversi segnalati da diversi Paesi. Sappiamo poi che i casi si sono verificati quasi esclusivamente nella popolazione sotto i 55 anni e che l’80% ha colpito le donne. E gli esperti dell’Ema sospettano che potrebbe esserci una predisposizione genetica, anche se serviranno studi più approfonditi per accertarlo.
L’incidenza dei casi sul numero di vaccinati resta bassissima, sicuramente di gran lunga inferiore alle morti provocate dal virus nella popolazione anziana. Ma i 31 eventi trombotici segnalati in Germania pur su 2,7 milioni di vaccinati hanno destato allarme perché si sono verificati in soli due mesi, con un’incidenza superiore a quella di 3 casi l’anno su 100 mila persone che si riscontrano nella popolazione generale. In Gran Bretagna, dopo averli contati sulle dita di una mano ora si è arrivati a 30 casi e il numero sale rapidamente. Segno che forse prima non erano stati segnalati dal sistema di sorveglianza.
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