Vaccino Johnson & Johnson sospeso: in Italia l’ipotesi di darlo agli over 60

Del resto non è un mistero che l’Italia abbia puntato molto — soprattutto per le prossime settimane — su Johnson & Johnson. È un vaccino a dose unica, quindi evita il problema di mantenere le scorte per i richiami. In Italia l’azienda è guidata da Massimo Scaccabarozzi che è anche presidente di Farmindustria, i suoi contatti con Palazzo Chigi e con chi coordina la campagna vaccinale sono continui, tanto che nei giorni scorsi era arrivata la rassicurazione su una consegna aggiuntiva di almeno 400mila dosi prima dei 7 milioni già previsti. Ora tutto torna però in discussione.

La programmazione

Non è affare di poco conto in una campagna segnata dai ritardi per le mancate consegne e per il malfunzionamento dei sistemi di prenotazione, dagli affanni di alcune Regioni e soprattutto dalle indicazioni su AstraZeneca che — dopo due pronunciamenti dell’Ema — adesso viene somministrato soltanto a chi ha più di 60 anni. In alcune aree del Paese l’organizzazione è ancora carente, in altre si procede in maniera spedita. Ma la percentuale di immunizzati è bassa rispetto alla programmazione iniziale e per questo la settimana che va da domani al 22 aprile era stata ritenuta decisiva per imprimere una nuova accelerazione. Si è costretti a rifare i conti. Nei 4,2 milioni di dosi previsti in consegna nei prossimi sette giorni sono infatti conteggiate le 175mila di AstraZeneca e le 184mila di Johnson & Johnson. Per rimanere in linea con la tabella di marcia è indispensabile che Pfizer e Moderna rispettino gli accordi. Ieri si sono intensificati contatti e pressioni sui responsabili delle case farmaceutiche per scongiurare ulteriori ritardi. Ma anche dichiarazioni pubbliche di ministri ed esperti per rassicurare i cittadini evidenziando come «gli eventi avversi di Johnson & Johnson sono in percentuale minima rispetto ai vaccini inoculati».

La limitazione

Lo dice in maniera esplicita la ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini quando riconosce che «questa sospensione crea disagi e preoccupazione», ma aggiunge: «I casi sono in un numero inferiore a quelli di AstraZeneca e ciò dimostra che c’è trasparenza e sorveglianza sui vaccini». La decisione del governo è attendere l’esito delle analisi e il pronunciamento di Ema — che dovrebbero arrivare entro la fine della settimana — poi concedere il via libera a Johnson & Johnson sia pur con limitazioni. Sperando di non dover riscrivere il piano.

CORRIERE.IT

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