Vaccino Covid, le date per le prenotazioni: a giugno tocca ai 40-50enni
Un percorso a tappe condizionato
da un’unica incognita: la consegna delle dosi nei tempi e nei
quantitativi previsti. A maggio sono destinate all’Italia 17 milioni di
fiale, a giugno altre 30. Ora che la macchina è appena andata a regime
rispettando alla lettera il programma del commissario Figliuolo — 500mila somministrazioni al giorno
(508.158 il 29 aprile, ieri poco meno secondo le stime) — non resta che
sperare che le forniture arrivino puntuali, da «orologio svizzero»
descrivendo quello che è diventato il modello Pfizer.
Dosi regolari, a cadenza settimanale, consegnate negli hub vaccinali
secondo la propria rete logistica: una modalità che permette di ridurre
di almeno 24 ore l’utilizzo delle fiale da parte delle regioni che
altrimenti si perdono nel transito da Pratica di Mare, punto di arrivo
degli altri sieri.
I dubbi riguardano AstraZeneca di cui sono attese 7 milioni di fiale in due mesi.
Necessarie anche per i richiami da effettuare ad un milione e mezzo di
italiani, prevalentemente personale scolastico e militare. Ieri Gianni Rezza,
direttore della prevenzione del ministero della Salute, ha confermato
che «nulla è cambiato»: i richiami verranno effettuati col siero
Vaxzevria, anche per gli under 60 di cui l’Ema ne ha solo raccomandato
l’uso per quelli oltre questa soglia non vietandolo per gli altri.
(Qui lo speciale del Corriere sui dati della campagna vaccinale)
La tempistica per età
Se
questa velocità di crociera dovesse essere rispettata senza pesanti
riduzioni nelle forniture ci potremmo trovare di fronte all’avvio della campagna massiva a partire tra il 15 e il 20 maggio.
Il condizionale è d’obbligo, ma le proiezioni della struttura
commissariale — confermate da quasi tutte le regioni — segnalano che una
volta messi in sicurezza la gran parte degli over 65 si aprirà la «fase
in parallelo» pensata dal commissario Figliuolo.
Si comincerà con la campagna di vaccinazione aziendale perché i lavoratori devono avere una corsia preferenziale per far ripartire il Paese. Si aggiungeranno almeno 732 punti vaccinali
all’attuale rete coinvolgendo tutte le grandi aziende che hanno già
contattato la struttura commissariale e le regioni, di cui una gran
parte aderisce a Confindustria che ne ha stilato il programma. Alcune —
le più equipaggiate — potranno persino diventare dei centri asl per
vaccinare non solo i propri addetti ma anche la comunità territoriale.
In quegli stessi giorni verranno vaccinati la gran parte degli over 60
rimasti e prenderà l’avvio la copertura della fascia 55-59 anni di cui
molte regioni stanno aprendo in questi giorni le prenotazioni.
La copertura dei fragili
Saranno i giorni decisivi per «coprire» soprattutto tutti gli italiani in categoria 4 secondo le raccomandazioni dell’istituto superiore di Sanità: cioè i fragili under 60 di cui sono appena partite le prenotazioni in gran parte delle regioni. Le adesioni per la fascia 50-54 anni si apriranno invece realisticamente attorno al 17 maggio, segnalano alcune regioni come Veneto, Piemonte e Lombardia. Di solito lo scostamento tra prenotazione poi somministrazione è quantificabile nell’ordine di 20-25 giorni. Uno scarto temporale che permette di dare una proiezione puntuale della curva vaccinale ove non dovessero verificarsi punti di rottura, cioè consegne mancate o sospensione precauzionale di qualche vaccino. A scalare con l’età avverranno le prenotazioni successive.
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