Un Primo Maggio da ricordare: la pandemia non arresta la musica, l’arte e l’impegno: “L’Italia si cura con il lavoro”

E non è stato zitto nessuno dai Modena City Ramblers ai Sud Sound System, a Piero Pelù, Fabrizio Moro, Edoardo Bennato, citando a caso tra i grandi, fino ai piccoli e nuovi, come Nayt, Folcast, Gaudiano, Fasma, Madame, tutti carichi di voglia di suonare, di stare con gli altri, voglia di accendere gli amplificatori e i microfoni. E nessuno voleva fare silenzio dopo un anno di assenza di concerti, più di 400 giorni di silenzio assordante. Una grande serata, dunque, con i necessari alti e bassi musicali, necessari perché non era la festa di una parte della musica italiana, ma di tutta la musica italiana, di tutti i lavoratori ma in particolare dei lavoratori della musica italiana.

REP.IT

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