Ricollocamenti e accordi bilaterali, il piano Draghi: “Gestiremo gli sbarchi”

Su questo a Palazzo Chigi e al Viminale ci tengono a mostrarsi ottimisti. Perché l’emergenza Covid sta passando ed è possibile discutere a Bruxelles il ripristino degli accordi di distribuzione dei migranti su base volontaria sospesi all’inizio della pandemia. Il governo cercherà la sponda della Commissione e delle Ong tedesche, francesi e spagnole, che possono fare pressione sui rispettivi governi. Certo il contesto non aiuta. In Germania la campagna per le elezioni di settembre è già iniziata. Emmanuel Macron si gioca il rinnovo nella primavera del 2022 e deve fare i conti con la concorrenza a destra.

La prima opzione resta dunque far da soli. Il 20 maggio Lamorgese sarà a Tunisi con la commissaria europea Ylva Johannson. La questione è la Libia, dove la situazione è disastrosa, anzitutto sul piano umanitario. Al Viminale hanno l’impressione che il controllo delle coste sia blando, aggravato da un afflusso crescente di persone dai confini Sud. In Ciad è il caos: tre settimane fa è stato ucciso il presidente, vittima di un agguato di milizie ribelli che sarebbero state addestrate in Libia dai russi. I russi, insieme ai turchi, hanno il controllo di Tripoli e di parti del Paese. Draghi punta sul nuovo premier Abdul Dbeibah, che però fatica a imporsi. La Turchia di Erdogan attende un segnale dall’Unione per rinegoziare l’accordo per la gestione dei flussi di migranti dai suoi confini est, e sa di poter condizionare tutti. Per il momento a Lamorgese non resta che annunciare una cabina di regia con i colleghi Di Maio (Esteri), Guerini (Difesa) e Giovannini (Infrastrutture). Salvini è preoccupato di non compromettere la stagione turistica in Sicilia, ma in gioco ci sono molte vite umane.

LA STAMPA

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