“Basta gogna mediatica”: le scuse di Di Maio all’ex sindaco di Lodi Uggetti
«Le modalità con cui abbiamo fatto battaglia contro l’ex sindaco, anche alla luce dell’assoluzione di questi giorni, appaiono adesso grottesche e disdicevoli». Luigi Di Maio affida a una lettera al Foglio una messa a punto che riguarda la vicenda giudiziaria che nel 2016 ha coinvolto l’allora sindaco di Lodi Simone Uggetti, assolto pochi giorni fa. Senza giri di parole, l’esponente M5s chiede scusa ma, di fatto, apre una fase nuova nel rapporto tra politica e vicende giudiziarie, archiviando la fase del giustizialismo.
«Con grande franchezza – scrive il ministro degli Esteri – vorrei aprire una riflessione che credo sia opportuno che anche la forza politica di cui faccio parte affronti quanto prima». Un passo che viene colto nelle sue potenzialità anche da Matteo Renzi: «Dopo aver creato un “clima infame” giustizialista e manettaro, Di Maio chiede scusa» dice il leader Iv sottolineando come «l’ex leader grillino si scusa per la campagna contro di noi del 2016: allora vinsero le amministrative ma la lettera di oggi dimostra che lo fecero nel modo piu’ vergognoso possibile». E tuttavia, Renzi annota che «qualcosa sta cambiando, il giustizialismo non tira più, il populismo è in crisi. Avevo chiesto anche due giorni fa che si scusassero pubblicamente. Lo hanno fatto: meglio tardi che mai. Il tempo è galantuomo».
Di Maio spiega che ricorda bene i giorni in cui la notizia dell’arresto di Uggetti «portò diversi partiti italiani a chiederne le dimissioni» e riconosce che «con gli occhi di oggi, ho guardato con molta attenzione ai fatti di cinque anni fa», appunto nella fase delle Amministrative «che nel 2016 coinvolsero le città di Roma, Torino, Napoli, Milano e Bologna, una tornata senza esclusione di colpi, in cui si misuravano gli equilibri politici tra le forze nazionali. Anche io contribuii ad alzare i toni e a esacerbare il clima e la campagna di attacchi proseguì per settimane e si allargò al governo centrale». Il ministro poi chiarisce la sua posizione: «Non vorrei essere frainteso, io sono fortemente convinto che chi si candida a rappresentare le istituzioni abbia il dovere di mostrarsi sempre trasparente nei confronti dei cittadini, e che la cosiddetta questione morale non possa essere sacrificata sull’altare di un ‘cieco’ garantismo» ma il punto è «ben più ampio, ovvero l’utilizzo della gogna come strumento di campagna elettorale. Per me esiste il diritto della politica di muovere le sue legittime critiche e richieste, ma allo stesso tempo esiste il diritto delle persone di vedere rispettata la propria dignità fino a sentenza definitiva e anche successivamente». E le scuse a Uggetti «le dovevo, da persona e da essere umano, prima ancora che da uomo delle istituzioni».
Le reazioni
Numerose le reazioni nel mondo della politica. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, su Twitter condivide «le parole di Luigi Di Maio nella lettera aperta pubblicata da ‘Il Foglio’. #AvantiATestaAlta», mentre il sottosegretario Iv, Ivan Scalfarotto parla di un «un gesto assai rilevante» anche se «restano ora da curare, con fatti concludenti, le ferite inflitte al tessuto civile da un modo di fare politica che ha puntato sulla contrapposizione più aspra, la demolizione dell’avversario e la gogna come strumento politico».
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