La governance di Draghi svuota l’Anac: superpoteri al premier per il Recovery

Sui superpoteri che Draghi consegna al presidente del Consiglio, che oggi è lui domani chissà, i partiti tacciono, come non fecero con Conte. Si ricorderà che proprio la governance fu tra le cause scatenanti della crisi di governo, con tanto di accuse di «cesarismo» al premier. Chiunque sapeva che si trattava di un pretesto, alimentato da Matteo Renzi con la sponda degli altri partiti per indebolire Conte. È vero però che nella Cabina di regia Draghi ha preferito evitare di tenere solo alcuni membri permanenti appartenenti ai partiti, e lo ha fatto per accontentare un po’ tutti. E infatti uno dei pochi a commentare la formula della governance costruita da Draghi è il segretario del Pd Enrico Letta: «Credo sia l’unica possibile in un governo di larghissima coalizione». Un po’ tutti e un po’ nessuno, dunque. Perché l’altro braccio operativo sarà il Tesoro, dove viene istituito il Servizio centrale per il Pnrr, «il punto di contatto nazionale con la Commissione Ue per l’attuazione del Piano». Perdere tempo e non rispettare una scadenza, vorrebbe dire perdere il finanziamento europeo.

LA STAMPA

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