L’affondo di Conte: “Sulla prescrizione il M5S non cederà”

Ilario Lombardo

Secondo Giuseppe Conte il dibattito scatenato dal mea culpa di Luigi Di Maio sta scivolando verso un grosso fraintendimento. Perché un conto è prendere le distanze dalla gogna mediatica verso indagati, imputati, condannati, un altro pensare che il M5S possa abbandonare principi e battaglie sulla giustizia che lo caratterizzano da sempre. Il clamore suscitato dalle parole di Di Maio dopo l’assoluzione dell’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti e il gelo di una fetta di parlamentari e attivisti storici hanno convinto Conte, sebbene ancora senza le vesti ufficiali del capo politico, a uscire con un lungo post per chiarire meglio lo spirito che guida il «nuovo Movimento». «Garantiremo il massimo del rispetto alla dignità di ogni persona – dice – tenendo sempre fermo il massimo rigore nel pretendere rispetto delle istituzioni e dei più alti principi dell’etica pubblica e della trasparenza».

La sintesi politica la offre con parole ancora più nette chi ha parlato con lui nelle ultime ore: «Basta giustizialismo mediatico, certo, ma questo non significa che il M5S cederà sulla prescrizione». Il che vuole dire che i margini per un compromesso sono stretti, anche alla luce delle due proposte sulla prescrizione avanzate dalla commissione per la riforma del processo penale che la ministra Marta Cartabia ha affidato all’ex presidente della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi. Non vanno nella direzione giusta, secondo i 5 Stelle, insoddisfatti anche sulla parte dell’inappellabilità da parte del pm e su quella dell’azione penale affidata al Parlamento. Così si complica la strada per il governo di Mario Draghi, alle prese con la tagliola fissata dall’Europa per accelerare gli elefantiaci tempi della giustizia italiana. Senza riforma, i rubinetti del Recovery fund si chiuderebbero.

Da quanto ricostruito con le fonti più autorevoli sul tema, Conte e il M5S sono disposti a spingersi fino a un certo punto di mediazione. L’avvocato ne ha parlato con la delegazione dei parlamentari prima del confronto con Cartabia. Le soluzioni possono essere diverse. Una potrebbe essere il “lodo Conte bis”, che fu usato per scongiurare la crisi con Matteo Renzi, prima della pandemia, e che prevede la sospensione della prescrizione dopo il primo grado solo in caso di assoluzione. Conte non intende rinnegare una sua idea ma allo stesso tempo ha offerto altre ipotesi.

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