Il ministro Cingolani: «Nel 2050 l’Italia sarà libera dal carbone. Sì alla mobilità elettrica»
Giovanni Tomasin
TRIESTE «Dobbiamo mettere in piedi un piano colossale che equivale a spendere 100 milioni al giorno per cinque anni». Questa la sfida che il Recovery Plan mette innanzi all’Italia, così come l’ha sintetizzata ieri il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, intervistato dal direttore della Stampa Massimo Giannini durante l’evento l’Alfabeto del futuro.
Il fulcro della scommessa, ha spiegato il ministro, sarà proprio la transizione ecologica, che occuperà circa il 40% degli investimenti: «L’obiettivo primario è accelerare sulle rinnovabili. Nei prossimi 10 anni dobbiamo arrivare a circa 70 miliardi di watt rinnovabili. Se riusciremo a fare questo, potremo avviare le necessarie azioni di decarbonizzazione dell’industria e di mobilità elettrica». Attraverso il Recovery il Paese verrà incanalato su questa rotta, ha assicurato Cingolani: «Poi avremo altri 25 anni per arrivare alla decarbonizzazione zero nel 2050».
Un movimento di lungo periodo, quindi, che per Cingolani si muoverà su «tre grandi azioni»: «Una è diretta, ovvero abbattere l’uso di carburanti fossili e sostituirli con sorgenti rinnovabili». Poi, ha proseguito, c’è «una forma di risparmio»: «Tutte le iniziative che efficientano i nostri sistemi, dal recupero delle facciate a rendere le case meno dispersive, contribuiscono ad abbattere i gas serra». Ciò porta alla terza linea, «la produzione passiva del sistema»: «Investire nell’ambiente significa recuperare la salute del mare, delle terre verdi, dei nostri campi. E quindi aumentare la nostra resilienza». In questo ambito non c’è spazio per un recupero del nucleare: «Noi abbiamo dei referendum che dicono no e quindi il nucleare non si fa. In fondo mezzo mondo sta dismettendo le centrali nucleari per questioni di costi e pericolo. In questo momento la Francia, accompagnata da alcuni stati dell’Europa orientale, stanno esplorando l’ipotesi di ottenere il bollino verde per l’energia nucleare dei micro reattori di 4 generazione. Sarebbe complicato. Noi facciamo grandi sforzi per le rinnovabili, poi si rischia che qualcuno venda energia nucleare bollinata verde. Se ne dovrà discutere in sede europea».
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