Maurizio Costanzo: «Io, un curioso malinconico innamorato di Maria e della tv»
ANDREA MALAGUTI
Sembra lievemente surreale, ma la verità è che qualche matto ha fatto il calcolo. Quanti esseri umani ha intervistato Maurizio Costanzo con la sua flemma sacramentale? Cinquantacinquemila, decina in più decina in meno. Da Gheddafi a Woody Allen, da Fiorello a Totti, da Andreotti alla Sora Lella. E tutti gli hanno detto: prego, mi chieda pure. Come se avesse un trucco solo suo per far parlare le persone. “Cosa c’è dietro l’angolo?”. Che sembra l’inizio del nulla e invece è la scoperta del passepartout universale, l’apriti-sesamo del flusso di coscienza, capace di far oscillare il pendolo della curiosità dai brevi cenni sull’universo al privato più inconfessabile. Ma lui? Come si intervista uno come lui? Risposta: boh. Oppure: facendo finta che non sia il Venerato Maestro del genere e contando sul fatto che Costanzo – pur rassicurato dalla certezza che per lui la magia si riproduce e dunque, in definitiva, il mondo gli obbedisce – ha uno sguardo sulle cose che resta divertito senza mai essere allegro, come se alla fine la malinconia e il disincanto fossero più forti di tutto, persino del successo. A parte c’è l’amore. Che in fondo, poi, è il segreto di Pulcinella. Nulla conta e tutto è decisivo. Soprattutto – come in questo caso – quando provi a capire qualcuno.
Maurizio Costanzo, come l’è riuscito?
«Che cosa?».Il successo. A 82 anni può ammettere di averlo avuto, no?
«Ottantatré ad agosto. Il successo come arriva può anche andarsene, diciamo che nel mio caso è stata una convivenza sull’uscio di casa».
L’uscio sarà stato anche aperto, ma il successo ci sta comodo a casa sua.
«Per fortuna, si vede che mi applico».
Se l’è meritato?
«Quello lo decide il pubblico, personalmente credo di sì. Sono un uomo fortunato. Ho capito a dieci anni quello che volevo fare e non ho più smesso. Direi che la mia è stata la vocazione assoluta».
Se dovesse riassumersi in tre parole?
«Sono un giornalista che si è sperimentato in molti settori diversi, cercando sempre una cosa sola: il divertimento. Che è figlio della curiosità».
Eppure, più che divertito lei sembra malinconico.
«Ci sono nato con un fondo di malinconia. Anzi, direi che la malinconia è mia sorella e se vuole gliela presento. È una convivenza a cui mi sono abituato e che mi aiuta a pensare».
Lei ha avuto quattro mogli, come si diventa mariti seriali?
«Cercando la migliore».
Maria?
«Maria. Stiamo assieme da 27 anni, abbiamo da poco festeggiato le nozze d’argento. Non mi era mai accaduto».
Le secca?
«Al contrario, mi riempie di gioia. Prima di lei le relazioni tendevano ad annoiarmi».
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