La riforma del Fisco secondo i partiti, meno tasse per chi guadagna fino a 55 mila euro

Per le imprese l’ipotesi dell’Iri al 24%

Per le imprese il Pd propone l’entrata in vigore dell’Iri, con un’aliquota unica del 24%. Per le partite Iva di passare dal sistema del saldo e acconto all’autoliquidazione mensile per cassa. Sullo stesso filone i 5 Stelle, che indicano un sistema di tassazione opzionale sostitutiva con aliquota pari a quella dell’Ires (24%) e sulle partite Iva il mantenimento della flat tax del 15% abbassando però il tetto dei ricavi da 65mila a 55mila euro. E propongono di trasformare l’Irap in una addizionale Ires che inciderebbe solo sui profitti e non sul lavoro. Italia viva chiede di abolire l’Irap e di reintrodurre l’Ace per sostenere gli investimenti e l’Iri. Passando al centrodestra, anche la Lega è per sostituire l’Irap con un’addizionale Ires. Propone inoltre una nuova flat tax anche per le partite Iva oltre 65mila euro (fino a 100mila) con aliquota del 20% e il superamento del sistema saldo-acconto. Anche Forza Italia è per l’abolizione dell’Irap e chiede, come principio generale della riforma del fisco, l’introduzione in Costituzione di «un tetto massimo alla pressione fiscale». Fratelli d’Italia vuole invece una «riforma della tassazione sulle imprese basata sul principio: più assumi meno paghi».

Sulle imposte di successione è scontro

Il Pd conferma la proposta Letta sulle tasse di successione: prelievo del 20% (ora è il 4%) sulle eredità superiori a 5 milioni «mantenendo la franchigia di 1 milione per ogni beneficiario». Il gettito finanzierebbe una dote di 10mila euro per i 18enni di famiglie «a reddito basso e medio». All’estremo opposto troviamo Forza Italia che chiede l’«eliminazione delle tasse di successione e donazione». Mentre il Pd si dice contrario alla patrimoniale Leu propone invece «un’imposta progressiva sui beni patrimoniali mobiliari e immobiliari», al netto dei mutui e della prima casa, con «un’aliquota massima dell’1% o poco più», abolendo però tutti i prelievi che gravano sui patrimoni e capitali, Imu compresa. La Lega invece «si oppone all’introduzione o all’inasprimento di qualsiasi forma di imposta patrimoniale» e propone di togliere l’Imu nei comuni con meno di 3mila abitanti, sugli immobili commerciali sfitti, quelli inagibili e quelli occupati. Anche Forza Italia dice «no a patrimoniali sui capitali privati» e a «qualsiasi forma di reintroduzione dell’Imu sulla prima casa». Fratelli d’Italia propone di togliere le tasse sui canoni non percepiti per morosità.

Contro l’evasione premi ai contribuenti leali

Su lotta all’evasione e fisco semplice sono a parole tutti d’accordo. Ma le proposte sono molto diverse. Il Pd chiede un Codice tributario unico, l’abolizione delle microtasse che costano più di quanto incassano, e suggerisce l’istituzione di un sistema premiale per i contribuenti leali. Scontato il sostegno di tutti alle proposte internazionali di tassazione minima delle multinazionali e dei giganti del web. «L’Italia, come presidente del G20, dovrà sostenerle con forza», dice Leu. I 5 Stelle insistono molto sulla digitalizzazione del fisco, sia per semplificare sia per incassare di più, rivendicando il successo della fatturazione elettronica. La Lega, invece, chiede l’abolizione dello split payment e del reverse charge (meccanismi per contrastare l’evasione Iva). Italia viva è per la cancellazione delle cartelle ormai inesigibili per concentrarsi meglio sui crediti esigibili. Leu chiede di generalizzare l’obbligo dei pagamenti tracciati e il pieno incrocio dell’anagrafe dei conti finanziari con le altre banche dati. Forza Italia e Lega sono d’accordo sul fatto che la lotta all’evasione si fa soprattutto con la semplificazione delle regole.

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