Nessun accordo sui licenziamenti. Il blocco per settori non convince

Le divisioni nella maggioranza, però, restano difficili da sciogliere: da un lato anche il Pd di Enrico Letta pare convertito alla soluzione Draghi, perché “non si può vivere per sempre con il blocco per tutti ma sappiamo che la situazione della ripresa è asimettirca e ci sono tanti settori in grande difficoltà e fin dall’inizio la nostra proposta è di essere selettivi“. E così la Lega, che ha spinto da subito sulla versione selettiva del blocco, come conferma il sottosegretario Claudio Durigon. Dall’altro, però, c’è una larga parte dei grillini, ma anche di Leu, che non ci sta e insiste per la proroga del blocco tout court . La sottosegretaria al Lavoro dei 5 Stelle, non a caso, boccia l’idea della selettività fondata sui codici Ateco.

E, del resto, anche nel fronte sindacale le voci non sono univoche. “Il governo può rimediare a questo pasticcio, frutto della mancanza di un vero dialogo sociale e di una opportuna concertazione sulle questioni del lavoro e delle riforme economiche – spiega il leader cislino Luigi Sbarra – Lo abbiamo detto al premier Draghi e lo ribadiamo: oggi il Paese ha bisogno di un grande patto sociale per la crescita economica e il lavoro”. Ma per Maurizio Landini “abbiamo tutti ben presente che modificare il decreto legge sui licenziamenti in Parlamento non sarebbe sufficiente. Il blocco dei licenziamenti verrà meno il 30 giugno, il decreto legge verrà convertito intorno a metà luglio. Dal primo al 15 luglio sarà possibile licenziare?”.

QN.NET
 

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