AstraZeneca, verso lo stop ai giovani: il vaccino verrà somministrato solo a chi ha più di 60 anni

Gli open day

Il 14 maggio, quando la campagna vaccinale può contare ormai su grande disponibilità di dosi e una sperimentazione sul campo, la struttura guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo invia alle Regioni il parere espresso il 12 maggio dal Cts che «non rivela motivi ostativi a che vengano organizzati iniziative quali “vaccination day” mirate a offrire, in seguito a richiesta volontaria, i vaccini a vettore adenovirale a tutti i soggetti di età superiore ai 18 anni». È il via libera ufficiale: in molte aree del Paese si organizzano eventi per le inoculazioni di massa. Migliaia di ragazzi si mettono in coda per avere le dosi. Il Lazio – senza che nessuno a livello centrale eccepisca – vaccina chi deve fare l’esame di maturità. Ma c’è anche chi prende le distanze da queste iniziative: il Veneto di Luca Zaia, il Friuli Venezia Giulia di Massimiliano Fedriga, il Piemonte di Alberto Cirio scelgono una strategia vaccinale in sicurezza.

L’appello

Una settimana fa molti gruppi scientifici chiedono di rivedere i termini della somministrazione vietando i vaccini ai giovani. Anche perché da aprile ad oggi la situazione epidemica è radicalmente cambiata. Il virus circola poco e l’Italia dispone di dosi in abbondanza. Occorre aggiornare subito le precedenti indicazioni per dare certezze e smontare la seconda ondata di paura nei confronti di AstraZeneca. Prima che la situazione diventi irrecuperabile e le dosi debbano essere buttate bisogna chiarire chi corre rischi, sia pur infinitesimali, e chi no. Per questo il ministro Speranza viene chiamato in Parlamento e ieri, durante il question time al Senato, afferma che i benefici dei vaccini a vettore adenovirale aumentano con l’età, come ha ribadito Ema e della circolazione del virus, poi sottolinea: «Queste valutazioni verranno considerate nel prossimo parere del comitato tecnico scientifico».

Il verbale del Cts

In realtà il parere del Cts era stato annunciato per martedì, ma da due giorni i tecnici sono divisi su chi dovrà assumersi la responsabilità di modificare nuovamente le indicazioni e dunque il piano, escludendo la somministrazione ai giovani. «Ci siamo già espressi – è la linea prevalente all’interno dell’organismo di esperti – il ministero ha tutti gli elementi per indicare la strada». Dopo una trattativa estenuante il documento potrebbe essere pubblicato oggi. Sarà poi il ministro a dover decidere, chiarendo anche se sia opportuno effettuare il richiamo con un vaccino diverso da Astrazeneca, così come vorrebbero fare molti cittadini che hanno avuto effetti collaterali dopo la prima dose. E nella consapevolezza che anche questa opzione divide la comunità scientifica.

Il rapporto

Per farlo si terrà comunque conto del rapporto di farmacovigilanza aggiornato ieri dall’Aifa: i casi di trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti immunizzati con il preparato AstraZeneca sono in linea con quanto osservato in Europa. Uno ogni 100mila dosi somministrate, prevalentemente sotto i 60 anni. Nessuna segnalazione dopo la seconda dose.

CORRIERE.IT

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