Agli italiani non si consiglia. Si danno ordini

di BRUNO VESPA

Un freddo statistico direbbe che un episodio mortale è irrilevante dinanzi agli enormi vantaggi che i vaccini AstraZeneca inclusa – hanno procurato a decine di milioni di italiani negli ultimi sei mesi. Eppure la diciottenne genovese Camilla Canepa è vittima della confusione scientifica in atto da mesi e del federalismo sanitario, spesso virtuoso, talvolta irragionevole. Si può mettere nel conto che per un farmaco uscito da poco da una pur approfondita sperimentazione si dica nel giro di poco tempo una cosa e il suo contrario: dapprima AstraZeneca consigliata ai giovani, poi alle persone anziane.

Ancora con una circolare del 7 aprile il ministro Speranza, facendo proprie le indicazioni del Comitato tecnico scientifico, pur ricordando che il vaccino AstraZeneca era stato approvato per tutte le persone di età superiore ai 18 anni, raccomandava un uso “preferenziale” per i maggiori di 60 anni. Il mitico Piercamillo Davigo sostiene giustamente che in Italia non basta dire che una cosa è vietata: bisogna aggiungere “severamente vietata” per avere un minimo di credibilità. Così per i vaccini: “uso preferenziale” nella nostra lingua e nelle nostre abitudini ha autorizzato le regioni a fare quello che hanno voluto con i risultati che abbiamo visto. Molto tempo fa il professor Giorgio Palù, virologo insigne e presidente dell’Agenzia del farmaco, ha detto a ‘Porta a porta’ che AstraZeneca non va dato alle donne che prendono la pillola e seguono un’altra terapia ormonale.

Camilla seguiva una doppia terapia ormonale per una malattia genetica ed è morta. Perché non si è tenuto conto dei suoi problemi. Si dirà che in Inghilterra hanno vaccinato senza sosta con Astra: ma nella cultura britannica – dalla guerra a tutte le emergenze – il valore della vita è subordinato al risultato finale. Soltanto ieri il ministro Speranza ha annunciato la trasformazione in ordinanza del nuovo avviso del Cts: AstraZeneca solo per gli over 60 e seconda dose con Pfizer e Moderna anche a chi ha avuto la prima del vaccino incriminato, anche se la seconda è arcisicura. Col clima psicologico che si è creato, meglio una soluzione radicale. Johnson & Johnson – fatto con gli stessi principi di Astrazeneca – era stato dato alle farmacie proprio per i giovani, visto che è monodose. Adesso la mannaia cade anche su di lui. Insomma, basta raccomandazioni. Agli italiani servono ordini.

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