Ecco perché la Gran Bretagna rinvia di un mese le riaperture: si rischiano 100 mila contagi al giorno

Vittorio Sabadin

LONDRA. Il governo britannico ha deciso di rinviare di un mese la fine delle restrizioni decise per il Covid, inizialmente prevista per il 21 giugno. Quello che era stato pomposamente chiamato il «freedom day», il giorno della libertà, dovrà aspettare: la mutazione indiana è troppo pericolosa, si diffonde con grande rapidità e il mese di luglio, avvisano gli esperti, potrebbe trasformarsi in un incubo. 

I professor Anthony Costello, consulente del governo e docente al London University College, è stato molto chiaro: «Nel giro di un mese potremmo avere 100.000 nuovi casi al giorno», ha fatto sapere a Boris Johnson. Il premier era restio a rimangiarsi la promessa che aveva fatto ai cittadini a suggello della vittoriosa campagna contro il virus. Ma i dati dei contagi e dei ricoveri invitano a una grande prudenza: il 2 maggio i contagi erano scesi a 1.600 al giorno, domenica 13 giugno hanno toccato i 7.500, realizzando nell’ultima settimana una crescita del 50%.   A questi tassi di incremento, la possibilità di raggiungere in luglio i 100.000 contagi al giorno è molto concreta. Gli ospedali non sarebbero in grado di far fronte ai ricoveri e il sistema sanitario rischierebbe nuovamente il collasso. Tutti nuovi contagiati hanno contratto la variante Delta indiana, che colpisce anche chi ha fatto la prima dose di vaccino, ma non la seconda. Chi le ha avute entrambe ha comunque a sua volta il 30% di possibilità di essere contagiato da questa mutazione. La variante del Kent, che aveva colpito l’Inghilterra e parte dell’Europa nei mesi scorsi, è invece quasi scomparsa. 

La mutazione Delta è più aggressiva ma è meno letale: se aumenta il numero dei contagiati non cresce per fortuna quello dei morti, anche perché gli anziani sono ormai tutti protetti dal vaccino. Colpisce invece di più i giovani, finora risparmiati dagli effetti più devastati del Covid. In ogni caso, Johnson ha deciso di non rischiare e ha firmato con il Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, con l’influente leader dei Tory Michael Gove e con il ministro della Salute, Matt Hancock, la decisione di rinviare le riaperture di un mese. Nel partito conservatore non tutti sono d’accordo: si temono la reazione negativa della gente, che già faceva progetti per le vacanze di luglio e di agosto, la perdita di credibilità per il governo, e i riflessi di un’altra prolungata chiusura su molte aziende che rischiano il collasso. Anthony Lloyd Webber, mitico compositore e proprietario di numerosi teatri del West End, ha detto che il sistema della cultura collasserà, se si rinviano ancora le aperture.  

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