Vertice Nato, l’Alleanza Atlantica sulla linea di Biden: Cina rischio per la sicurezza, Russia minaccia militare numero uno
di Giuseppe Sarcina
Il comunicato finale del vertice Nato sembra una fotocopia della proposta presentata da Joe Biden. Per la prima volta la Cina viene inserita nella lista dei «rischi» per la sicurezza comune. La Russia resta la minaccia militare numero uno. Si allarga, come sollecitato dagli americani, il campo di intervento dell’Alleanza, con un’interpretazione più ampia dell’articolo 5. Tutti i partner dovranno correre in aiuto di chi subisce un attacco non solo militare o terroristico, ma anche se «ibrido»: incursioni cibernetiche, sabotaggi delle attività spaziali, campagne di disinformazione, da valutare caso per caso. Donald Trump aveva messo in discussione il meccanismo del mutuo soccorso, seminando l’allarme soprattutto sul versante est-europeo. Biden ha ripristinato la tradizione: «Per gli Stati Uniti l’impegno previsto dall’articolo 5 è sacro». E ieri ha rassicurato, in una serie di incontri diretti, i leader di Lituania, Lettonia ed Estonia.
Nel vertice dei 30 Paesi Nato, a Bruxelles, Biden ha raccolto un consenso più netto rispetto a quello ottenuto dal G7. In cambio, ha decisamente allentato la presa sulla questione dei contributi: ciascun partner si è impegnato a stanziare il 2% del proprio Prodotto interno lordo per la difesa entro il 2024. Per Trump questa era la priorità numero uno, ma anche per Barack Obama. Biden, invece, vede «importanti progressi: dieci Stati sono già in regola». Il segretario della Nato Jens Stoltenberg ha condensato il sospiro di sollievo collettivo: «Grazie presidente Biden per il suo forte impegno personale e per la leadership in questo legame transatlantico».
Il confronto ha preso le mosse dall’Afghanistan. Il ritiro dei militari, deciso dagli Stati Uniti, rischia di destabilizzare il Paese. Tutti hanno concordato che sarà necessario proteggere l’aeroporto di Kabul; Stoltenberg ha detto che «la Turchia potrebbe avere un ruolo importante». Biden ne avrebbe discusso ieri sera con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Poi è arrivato il momento della discussione sul cosiddetto «Strategic concept». L’ultima versione, del 2010, citava la Russia come «possibile partner costruttivo». Per capire come sia cambiata la prospettiva della Nato, bisogna leggere il paragrafo 3 del documento diffuso ieri.
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