L’atlantismo di Draghi vincola i populisti a scelte nette
E ancora, la stabilizzazione del Mediterraneo con l’aiuto della Nato: altra questione che significa non solo ridefinizione delle sfere di influenza ma controllo dell’immigrazione clandestina. E, sullo sfondo, tra poco più di sei mesi c’è il voto delle Camere riunite per eleggere il successore di Sergio Mattarella al Quirinale: elezione sulla quale pesa da sempre anche il fattore internazionale. Per questo, la politica estera schiacciata dalle convulsioni di un sistema ripiegato su se stesso è destinata a riprendersi presto un ruolo di primo piano. La domanda è chi, tra gli alleati e gli avversari di Draghi, si rivelerà in grado non solo di subire le indicazioni del premier e della comunità internazionale, ma di contribuire a definirle e farsene interprete.
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