Migranti, nuovo rinvio: arrivano i fondi ma no ai ricollocamenti

Finché l’immigrazione resta un problema da affrontare fuori dei suoi confini l’Unione non fatica a trovare l’intesa: durante la riunione il presidente del Consiglio Charles Michel ha chiesto a Draghi se volesse aggiungere qualcosa prima del voto, il premier ha risposto che il testo non necessitava di modifiche, a meno non ci fossero richieste di emendamenti. Nessuno ha alzato la mano. Il problema resta invece irrisolto per chi affronta il mare con disperazione e per chi, come le Ong e la guardia costiera italiana, affronta quotidianamente l’arrivo dei barconi dal sud del Mediterraneo. Il presidente dell’Europarlamento David Sassoli lo ha detto davanti a tutti i leader: «E’ scandaloso che l’Unione lasci la gestione di un fenomeno come l’immigrazione a meccanismi volontari».

Draghi ha tentato una soluzione con Parigi e Berlino, ma oltre ai problemi interni ha pesato la difficoltà di rimettere mano al Trattato di Dublino che affida i migranti ai Paesi di primo approdo. La trattativa, per ora tramontata, prevedeva di dividere equamente fra i tre grandi Paesi fondatori il 90 per cento dei richiedenti asilo, in cambio Francia e Germania chiedevano all’Italia di riaccogliere molti dei migranti nel frattempo transitati verso il nord Europa.

LA STAMPA

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