Conte batte Grillo (con i voti grillini). E un suo partito può valere il 18%

di ANTONIO NOTO*

Conte, M5S, Grillo: il sondaggio di Noto
Conte, M5S, Grillo: il sondaggio di Noto

Dopo lo strappo tra Conte e Grillo il dibattito di questi ultimi giorni verte sul futuro politico dell’ex presidente del Consiglio. Visto che, come pare, non ci sia accordo tra lui e il garante affinché l’ex premier possa diventare capo politico del M5s, ci si interroga sul futuro di Conte che al momento è diviso su due strade: potrebbe creare un nuovo partito oppure uscire di scena e tornare a tempo pieno alla sua professione di avvocato e docente universitario.

È difficile, però, che un “Past President” possa rimettere le cose in valigia e ritornare a casa. Per questo si accredita maggiormente l’ipotesi che il litigio tra Grillo e Conte possa aver motivato il secondo a creare un nuovo partito che potrebbe avere un impatto negativo nei confronti del Movimento. Basti pensare che il 53% dei votanti 5Stelle in questa diatriba si sente più vicino a Conte, il 40% a Grillo. Ma la forza dell’ex premier può andare al di là della spaccatura del Movimento.

Infatti per poter stimare il peso elettorale di un personaggio politico è importante analizzare anche altri fattori che messi insieme possono condizionare la formazione del consenso. Tra gli attuali leader, Conte si piazza terzo in ordine di fiducia (44%), subito dopo Mattarella (62%) e Draghi (53%) ma prima di Meloni (40%), Salvini (33%), Letta (29%) e Grillo (16%). Questo è un indicatore importante, da tenere in considerazione, e bisogna notare che Conte sembra godere di buoni giudizi da parte della popolazione non solo per l’ottimo piazzamento da medaglia di bronzo, ma soprattutto per la differenza di consenso che lo separa dagli altri leader: il gap con Letta è di 15 punti, con Grillo di 28.

La fiducia a Conte è aumentata in maniera significativa durante il periodo della pandemia in cui da premier è stato l’unico politico che ha intrattenuto continuamente l’interlocuzione con la popolazione, seppure in un momento difficile. Quindi, al di là del giudizio sulla gestione operativa di quella fase critica, nei cittadini ha fatto breccia il suo metterci la faccia e di sporcarsi le mani, cosa che non tutti gli altri leader hanno fatto. Basti pensare che il livello di fiducia a Conte prima della pandemia era del 32% circa, durante lo scorso anno raggiunse addirittura il 48% per poi calare adesso al 44%, pur avendo abbandonato Palazzo Chigi. Questo vuol dire che si è guadagnato un consenso personale che va al di là della pura appartenenza politica.

Se poi si analizzano le intenzioni di voto nel caso in cui ci fosse la new entry del partito di Conte, questo soggetto politico potrebbe valere circa il 16-18% ma al contempo sia il M5s che il Pd calerebbero rispettivamente al 12 e al 15%, quindi perderebbero 3-4 punti rispetto al consenso attuale. Questo dimostra che il consenso a Conte è trasversale, cioè gli arriva sia da elettori dem che pentastellati, ma anche da cittadini che, al momento, non si riconoscono in nessun partito e che l’ex premier avrebbe la forza di calamitare.

Quindi l’eventuale ingresso di Conte nel mercato politico potrebbe generare uno scenario molto diverso da quello attuale, anche per le sue posizioni in parte critiche nei confronti di Draghi.

*Direttore Noto Sondaggi

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