Altri concorsi truccati dal Partito Democratico. Il vizietto rosso del Lazio

Nicola Zingaretti che ha guidato il Pd nazionale ed è restato il dirigente del partito più importante di questa Regione, qualche mese fa diede le dimissioni dal Nazareno pieno di indignazione per chi lì dentro pensava alle poltrone invece che alla pandemia. E non si è accorto che intorno a lui dove governava alle poltrone nessuno pensava più: se le erano portate già via tutte a casa propria, facendole diventare un  arredo familiare. Scorro la lunga lista delle prove di queste e di altri concorsi regionali, e vedo che in testa c’erano vagonate di parenti, amici, famigli, segretari, allievi della classe dirigente Pd che affianca Zingaretti.

Mentre leggo con tristezza i nomi degli esclusi, che non hanno potuto imparare a memoria la sera prima dell’esame le risposte (i “pensierini” vengono chiamati nelle intercettazioni) spifferate dagli esaminatori. Quelli potranno tentare e ritentare, ma si scontreranno ovunque con il vizietto rosso che ha premiato solo la fedeltà da famiglio e mai la competenza e la speranza di un giovane qualsiasi. Questo sistema che i suoi hanno messo in piedi qui nel Lazio, signor presidente Zingaretti, è il peggiore dei virus che possa esserci in un Paese. Altro che pensare al coronavirus: le carte di queste inchieste raccontano che siete voi Pd la peggiore delle pandemie. Per fortuna qui esiste da sempre un vaccino efficace: il voto. E lo sapete benissimo, tanto che fate di tutto per non mettere mai a disposizione dei cittadini la sola cura efficace.

IL TEMPO

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