Recovery italiano, sì definitivo: a metà mese i primi 25 miliardi
MARCO BRESOLIN
INVIATO A LUBIANA. Dopo la Commissione, anche i governi hanno dato il loro via libera al Recovery Plan italiano. A confermarlo è il ministro delle Finanze sloveno, Andrej Sircelj, che il prossimo 13 luglio guiderà la riunione dell’Ecofin. Quel giorno ci sarà il via libera definitivo dei ministri ai primi dodici piani: nelle riunioni preparatorie, annuncia Sircelj, «nessun governo ha avuto nulla da ridire sul primo blocco di piani». Questo vuol dire che con ogni probabilità già nei giorni successivi dovrebbero arrivare tutti i 25 miliardi di pre-finanziamento chiesti dal governo italiano. Le resistenze di alcuni governi frugali, che nelle scorse settimane avevano cercato di rallentare l’iter di approvazione, sono state vinte. Il governo olandese, per esempio, aveva fatto sapere di aver bisogno di più tempo per consultare il proprio Parlamento. Ma il parere più che positivo della Commissione sul piano di riforme italiano è servito per dare un’accelerata, così come l’impegno in prima persona che Mario Draghi si è preso. Il premier sa che dal piano italiano, che da solo vale un quarto degli 800 miliardi del Next Generation Eu, dipende anche il futuro dell’intero progetto europeo di debito comune. Se fallisce l’Italia, fallisce l’intera operazione europea. Se invece le cose dovessero funzionare per il meglio, con il Recovery capace di dare una spinta alla ripresa economica nell’intero continente e alle tanto attese riforme in Italia, il percorso del debito comune potrebbe rivelarsi un cammino che porta lontano. «Debito buono», come lo chiama il premier, visto che prima o poi l’Italia dovrà restituire 120 miliardi all’Ue. La vera sfida saranno le verifiche semestrali – la prima già a fine anno – sul rispetto della tabella di marcia: le successive «Nessun governo – spiega il ministro sloveno – ha avuto nulla da ridire su nessuno dei primi dodici piani approvati dalla Commissione. Per questo non mi aspetto che ci siano riserve all’Ecofin del prossimo 13 luglio, quando li approveremo». Nel gruppo dei 12 Paesi, oltre all’Italia, figurano Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Lussemburgo, Danimarca, Grecia, Austria, Slovacchia, Lettonia e Belgio.
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