Il Capitano e il voto nelle città: “Sul candidato di Milano ci tocca andare a Lourdes”

ILARIO LOMBARDO

DALLINVIATO A SORRENTO. Dopo il primo, scialatelli all’astice, Matteo Salvini si alza dal tavolo sulla terrazza dell’hotel Hilton di Sorrento. La solita infilata di selfie, strette di mano, scambio veloce di idee con qualche imprenditore. Poi si ferma a bordo piscina e racchiude in una battuta tutto lo sconforto scaturito dalle difficoltà di trovare un candidato che guidi il centrodestra a Milano: «Ci tocca solo andare Lourdes» dice tra i denti e, per quel momento, senza aggiungere altro. Sono le 23.30 di giovedì notte, l’altro ieri: attorno al leader della Lega ci sono circa 600 invitati, riuniti di fronte al golfo di Napoli per il convegno organizzato dall’Alis, l’Associazione della logistica e dell’intermodalità sostenibile. In tre giorni è atteso mezzo governo e alcuni dei principali leader politici. Oltre a Salvini, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, alle prese con la frantumazione del M5S, il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, mentre il fondatore di Italia Viva Matteo Renzi ha dato buca.

Il miracolo che ha in mente Salvini quando si lascia andare alla battuta su Lourdes è quello che servirebbe per superare i veti e i controveti che hanno reso un incubo il cammino delle candidature del centrodestra nelle grandi città, a Milano innanzitutto, ma anche a Bologna. A Napoli Salvini appare ormai rassegnato sul magistrato antimafia Catello Maresca, ma gli alleati non lo vogliono. Lo schema del candidato civico è diventata una gabbia che sta soffocando ogni proposta. Per rimanere nella metafora religiosa, l’indomani, cioè ieri, La Stampa chiede al segretario del Carroccio come mettere termine alla via crucis di prestigiosi rifiuti e nomi prematuramente lanciati nel vuoto su Milano. L’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, il manager Oscar di Montigny, il deputato Maurizio Lupi, che ancora spera di farcela e ieri ci scherzava su con l’ex viceministro leghista Edoardo Rixi. Le candidature ormai nascono e muoiono nel giro di una settimana o anche di un giorno. Mentre il leghista, in evidente difficoltà, lascia tracce, «lavoriamo a una squadra con un professore e un imprenditore» aveva detto, come nel gioco “Indovina Chi”? Qualcuno dei diretti interessati rilancia candidando Salvini sindaco – lo fa Roberto Rasia Dal Polo -, e qualcun altro si sfila prima ancora che venga sondato, è il caso dell’imprenditrice Regina de Albertis. Continuano a circolare le ipotesi della presidente di Federfarma Lombardia Annarosa Racca, del primario Luca Bernardo, del professor Andrea Farinet… «Andrea è un’ottima persona e ci darà sicuramente una mano – ci risponde Salvini –. Comunque mi attribuiscono nomi che non ho mai incontrato e, in alcuni casi, non ho mai nemmeno conosciuto». Sta di fatto che il sindaco Beppe Sala ancora aspetta un avversario. «Nel weekend la chiudiamo – replica – E vedrete che sarà il miglior candidato per Milano».

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