L’occasione del turismo (se sapremo essere pronti)
C’è chi dirà: siciliani! Niente affatto, spiega Alessandro Nucara: «È un fenomeno che coinvolge tutt’Italia, non solo il Mezzogiorno. Le richieste di essere pagati in nero abbondano anche nel Nord, anche nella prima regione turistica italiana, il Veneto. Ed è un problema serissimo perché un albergatore serio come ne esce?» E siamo sempre allo stesso tema: l’Italia che possiede più siti Unesco di qualunque altro Paese al mondo, che è costantemente in testa alle mete turistiche più cercate nel Web, che vanta una delle ricchezze gastronomiche e vinicole più importanti del pianeta, fatica poi ad usare questo straordinario patrimonio perché troppo spesso non affronta problemi decennali.
Questo dovrebbe essere il momento giusto. Anche perché, come spiega lo stesso Nucara, è inutile buttarsi in avanti per agguantare quel che si può oggi senza pensare a domani: «Ci aspettiamo un luglio e un agosto “buonini” al mare e in montagna ma probabilmente dovremo avere ancora pazienza prima di vedere una ripresa vera». Quello arriverà quando torneranno i visitatori che viaggiano sulle rotte lunghe. Dall’America, dall’Australia, dalla Cina, dal Giappone… Decisi a vedere soprattutto le città d’arte oggi lasciate un po’ in disparte. Se ne riparlerà nel 2023, forse nel 2024, confermava pochi giorni fa la Deloitte, la grande azienda di servizi di consulenza e revisione. E sarebbe davvero un peccato non farsi trovare pronti.
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