Giovannini: “Il Pil corre, ma attenti alle materie prime pedaggi tagliati per i disagi in autostrada”

Il governo che farà?

«Sulle materie prime agiremo, come è stato fatto nel 2009. Interverremo per compensare gli aumenti eccessivi, sotto forma di emendamento al decreto Sostegni o di un decreto a fine mese. È però importante che, per il futuro, le imprese facciano bene le loro valutazioni di medio termine. Questa bolla era inaspettata, ma i piani di rilancio internazionale spingeranno i listini di acciaio e materie rare nel medio termine e le imprese, quando fanno le offerte, ne devono tenere conto».

 Avete già annunciato un provvedimento per frenare le bollette.

«Le previsioni di inflazione sono in crescita, anche se gli analisti dicono che il fenomeno è transitorio. Nonostante questo, in questa fase può far male a famiglie e imprese che stanno ripartendo. La logica è analoga, gli strumenti saranno diversi».

L’Abi chiede un’azione di incentivi per chi passa dal deposito all’investimento.

«Bisogna prima vedere i dati e i comportamenti. È presto».

Nelle istituzioni Ue si discute la possibilità di rendere il Recovery più flessibile, in modo da non bloccare i pagamenti in caso di imprevisti, mettiamo l’aumento delle materie prime o un ricorso per un appalto. Che ne pensa?

«Le regole ammettono già la possibilità di riaggiustare il piano entro il 2022, ma bisogna vedere quali sono i fattori che possono portare alla modifica. Può essere, ad esempio, una innovazione tecnologica che suggerisca di cambiare strada per alcuni investimenti. E’ poi importante avere un’analisi integrata di cosa hanno programmato i singoli Paesi ed è per questo che chiedo da tempo all’Ue un quadro su come apparirà il sistema europeo dei trasporti. Se immagino una galleria da una parte, devo sapere cosa succede dall’altra. È una questione di coerenza».

Quando arrivano i soldi europei?

«I fondi ci sono già. Domani (oggi chi legge, ndr) discuteremo con le Regioni come ripartire i fondi per il rinnovo ecologico degli autobus. Non è il Pnrr in senso stretto, ma sono i 30 miliardi che il governo ha messo nel fondo complementare, già disponibili. Per tutto luglio concorderemo con le regioni come suddividere 6-7 miliardi destinati al rinnovo delle flotte, al materiale rotabile, alle ferrovie regionali, ai porti».

 Va bene. Ma quando pagate?

«Dopo l’accordo si faranno i decreti e poi si procederà ai trasferimenti».

E gli assegni europei?

«Questione di settimane».

C’è chi dice che non abbiamo avuto nulla dall’Europa.

«Non è così. Intanto l’Italia ha beneficiato per oltre 25 miliardi del programma Sure, per la Cig e altri strumenti di protezione sociale. Il fondo complementare è già spendibile per finalità analoghe a quelle del Pnrr. Ovviamente, i meccanismi finanziari del Next Generation Eu sono più complessi, ma i fondi sono in arrivo».

Sono stati affidati appalti per 3 miliardi per il tunnel di base sulla tratta francese. Devono essere assegnati quelli per il percorso italiano. “tra qualche mese”, si dice. Quando?

«Manca la progettazione della tratta nazionale. La scelta del governo è stata di proporre un commissario per avviare subito la progettazione della tratta italiana che deve essere ancora finanziata. Così come molti altri lavori che rientrano nel contratto di programma con Ferrovie per il periodo 2022-26. Nei prossimi giorni presenterò l’allegato Infrastrutture al Def, il quale tiene conto del Pnrr e delle opere ritenute strategiche, fissando le esigenze di finanziamento, tra cui anche la Tav. A tale proposito, va ricordato che il governo ha rifinanziato il fondo di sviluppo e coesione per 15 miliardi. Lavoriamo ad una proposta per l’utilizzo di quella disponibilità, che si somma a quella degli 80 miliardi dei fondi europei ordinari per il 2021-27».

Quando?

«Al più presto. La nomina del commissario aiuta anche a superare un’impasse della progettazione. Queste opere, al di là del loro valore politico, comportano una serie di complessità. Ci sono ritardi anche sul Brennero, ma nessuno se n’è accorto.

 Farete chiarezza entro l’anno sulla Tav?

«Il lavoro del commissario e la progettazione delle Ferrovie della tratta italiana ci aiuteranno a capire cosa fare. Abbiamo proposto il commissario del terzo valico, Calogero Mauceri, che ha lavorato bene anche nel dialogo con il territorio. Ora potrà avviare un dialogo con Rfi. Difficile rispondere sui tempi. Non ha senso parlare di finanziamento se non c’è la progettazione».

A Chiomonte, stazione italiana della Tav, non si è ma visto un ministro delle infrastrutture italiano. Lei verrà?

«Potrà sembrare un vezzo, ma sinora non ho inaugurato o visitato cantieri. Non è snobismo. È una questione di priorità. C’è ancora molto lavoro da fare sul Pnrr e sulle tante emergenze che dobbiamo fronteggiare».

A proposito? Chi viaggia in autostrade, quest’estate, ha un diavolo per capello.

«Che le nostre infrastrutture siano vecchie e bisognose di lavori straordinari per la messa in sicurezza lo so da un rapporto Ocse del 2009. Serve un investimento straordinario di manutenzione, per rendere più sicuri ponti e viadotti, e assicurare condizioni adeguate per i cambiamenti tecnologici. Il tema è strutturale, non è una tempesta estiva. Dobbiamo esserne coscienti».

La consapevolezza non salva dalle code.

«Esatto. Per questo stiamo lavorando con le regioni in maggiore difficoltà per migliorare la programmazione degli interventi, avere una buona gestione e prevedere compensazioni. Penso alla Liguria e alla A14: abbiamo promosso i tavoli tecnici per programmare meglio i lavori concentrandosi sulla sicurezza, prevedendo anche la sospensione dei lavori nei fine settimana estivi, e a partire da metà luglio. Accanto alla buona gestione, si deve anche programmare a medio termine attraverso la definizione di piani economico-finanziari adeguati».

E le compensazioni?

«Abbiamo parlato con Aspi e da lunedì scorso sulle tratte liguri i pedaggi sono ridotti per bilanciare i disagi. Ma questo approccio deve valere per tutte le gestioni. Abbiamo 15 concessioni da aggiornare entro l’anno. Proporremo ai gestori di adottare questa pratica, ovunque si renda necessario».

Proprio a La Stampa aveva annunciato l’utilizzo del Pnrr per assumere nella pubblica amministrazione. Ci siamo?

«Entro luglio partirà il bando per oltre 100 posti per il Ministero. Si tratta di collaborare allo sforzo collettivo del Paese per l’attuazione del Pnrr. Saranno ingegneri, economisti, tecnici di varia natura. Questa operazione deve essere per rinnovare l’anima del Ministero, ma non solo. Servirà anche ai provveditori, che spesso sono stazioni appaltanti per gli enti territoriali».

LA STAMPA

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