Triste il politico ridotto a follower dell’opinione pubblica

Chiedo scusa a Luca Bernardo, candidato sindaco del centrodestra a Milano, se lo utilizzo come metafora in carne e ossa della grande malattia politica dei nostri tempi.  “Ascolterò i cittadini come faccio con le mamme per curare i bambini”, ha detto Bernardo pensando di presentarsi così come un buon politico. Ecco, in realtà quella frase apparentemente innocua nasconde l’essenza stessa dell’attuale degrado politico. Si insegue la domanda senza costruire nuova offerta.

Lo so, è una cosa che dicono in po’ tutti: “Ascoltiamo i cittadini”. È un luogo comune diventato cantilena senza senso. Come dimenticare la prima uscita pubblica di Giuseppe Conte, quando si autodefinì pomposamente “avvocato difensore del popolo italiano” senza rendersi conto che in realtà stava mettendo una pietra tombale sulla vera funzione della politica, cioè quella di progettare futuro?

Luigi Di Gregorio nel suo “Demopatia” ha descritto magistralmente la malattia di leader politici ridotti a passivi follower dell’opinione pubblica. “Chiediamo ai cittadini”, appunto. Invece di dare risposte, la politica pretende che arrivino dal basso: senza idee, senza innovazione, senza strategia. In un infinito gioco di specchi in cui l’immagine finale è un eterno presente senza memoria e senza speranza. In un supermercato di prodotti che non danno alcuna prospettiva, alcun orizzonte se non quelli di ingozzarsi narcisisticamente di interessi, diritti, desideri quotidiani senza alcun afflato storico. Senza alcuna parvenza di grandezza. Senza alcuna visione.

Dalla “storia siamo noi” alla “cronaca siamo noi”.

Alla fine la politica fa l’errore descritto da un visionario come Steve Jobs: “Se non sbaglio, una volta Henry Ford ha detto: ‘Se avessi chiesto ai clienti che cosa volevano, mi avrebbero risposto: un cavallo più veloce!’. La gente non sa ciò che vuole, finché non glielo fai capire tu. Ecco perché non mi sono mai affidato alle ricerche di mercato”.  E se quello di affidarsi alle ricerche di mercato può essere un errore nel fare impresa, diventa sicuramente un errore quando si tratta di fare buona politica.

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