Coronavirus in Italia, il bollettino del 16 luglio: 2898 nuovi casi e 11 decessi. Indice di positività all’1,4 per cento
A spingere i contagi è la variante Delta della quale sono stati riscontrati i primi quattro casi in Valle d’Aosta. Si tratta di soggetti maschi, maggiorenni, residenti nella regione alpina, fa sapere Usl. «Sono sottoposti a sorveglianza sanitaria a domicilio e sono in buone condizioni cliniche», aggiunge l’azienda sanitaria.
Rsa ancora blindate per parenti e ospiti. «Nonostante l’ordinanza del Ministro della Salute dello scorso 8 maggio e la successiva norma, inserita nella legge di conversione del decreto Covid di aprile abbiano stabilito il ripristino su tutto il territorio nazionale delle visite di familiari muniti di green pass all’interno delle RSA, RSD, hospice e strutture riabilitative e residenziali, ad oggi, secondo quanto denunciano i Comitati dei parenti degli ospiti delle strutture, a partire dal Comitato ORSAN, risulta che il 70% percento delle RSA non concede alcuna uscita temporanea. Neppure agli ospiti autosufficienti e muniti di certificazione verde Covid-19, mentre le visite vengono consentite soltanto una volta a settimana, a discrezione della struttura interessata, mai nel fine settimana, spesso l’unica finestra temporale idonea per molte famiglie, oltreché per una durata massima compresa tra i 15 e i 25 minuti. » Lo denuncia Lisa Noja, capogruppo di Italia Viva in Commissione Affari Sociali alla Camera dei deputati.
La campagna vaccinale nel frattempo va avanti ma attualmente «solo il 65% della popolazione con età dai 12 anni in su ha effettuato la prima dose vaccinale a livello nazionale, con variabilità tra le varie fasce di età: 12-19 anni (24,69%), 20-49 anni (54,77%), 50-69 (75,10%), 70-79 (85,83%), over 80 anni (91,12%)». Lo rileva il report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, Facoltà di Economia, campus di Roma (Altems). Monitorando il target ECDC/UE che chiede ai Paesi membri di raggiungere l’obiettivo del 70% della popolazione adulta, ad oggi, evidenzia il report, «è stato vaccinato l’88,2% dell’obiettivo dei circa 29 milioni da raggiungere al 22 Settembre 2021, pari a 25.286.020 persone vaccinate».
I nuovi parametri del rischio per le Regioni « tengano conto della popolazione vaccinata». A chiederlo è Dario Manfellotto, Presidente della Federazione dei medici internisti ospedalieri Fadoi, commentando i risultati dello studio presentato oggi dall’Alta scuola di economia e management sanitari Altems. «In una fase più endemica che pandemica dell’epidemia da Covid, con i reparti che fortunatamente ancora non risentono dell’aumento dei contagi, ben vengano nuovi modelli come quello sviluppato dall’Altems della Cattolica. Un modello molto interessante che calcola le soglie di rischio e permette di seguire con precisione l’evoluzione dell’infezione. Andrebbe unito – sottolinea Manfellotto – ad altri modelli come quello elaborato all’università Bicocca dal Prof. Corrao che stima invece la quota di popolazione realmente suscettibile di andare incontro a forme gravi di malattia».
«I nuovi criteri messi a punto da Altems – prosegue – da un lato esaltano il ruolo della vaccinazione nella lotta al Covid, dall’altro consentono comunque di agire tempestivamente, qualora all’aumento che si prospetta esponenziale dei casi dovesse corrispondere un aumento della pressione sugli ospedali. Inferiore sicuramente a quella delle precedenti ondate, ma comunque da scongiurare visto l’arretrato di prestazioni sanitarie da recuperare dopo il blackout imposto in passato dall’epidemia». Un rischio, conclude il presidente Fadoi, che «possiamo aggirare andando avanti spediti con la vaccinazioni, che restano l’arma più efficace per sconfiggere il virus, anche nelle sue forme mutate».
LA STAMPA
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