Sergio Abrignani: “Vaccini, servirebbe l’obbligo sopra 12 anni. Il Green Pass va usato ovunque sia utile”

C’è un effetto della vaccinazione di cui si può dubitare?
«La vaccinazione è un atto medico e come tale ha rischi e benefici. I vaccini non sono caramelle, ma sono provati, sicuri ed efficaci. Anche la tachipirina ha rarissimi effetti collaterali, eppure la assumiamo senza pensarci. La quasi totalità degli effetti collaterali dei vaccini è leggerissima. Gli effetti gravi sono le trombosi, in un caso su 100 mila alla prima dose di AstraZeneca, uno su 500 mila alla seconda, uno su 300 mila con Johnson&Johnson, ma da quando questi vaccini non si danno ai giovani sono azzerati. Pfizer ha portato a rarissimi casi di pericardite leggera e recuperabili con pochi giorni di cortisone. La verità è che la vaccinazione è molto sicura e ha fatto crollare ricoveri e morti».

Servirebbe l’obbligo per alcune categorie?
«Per medici e infermieri di fatto c’è già e in un Paese con 130 mila morti e 170 miliardi di danni economici sarebbe un grande atto di sanità pubblica imporre l’obbligo a tutti dai 12 anni in su e, se dovesse arrivare l’autorizzazione dell’Ema, anche dai 6 anni».

Sa che sui bambini ferve il dibattito politico e Germania e Regno Unito nicchiano…
«Pfizer e Moderna per i bambini, come certifica l’Ema, sono sicuri e ancora più efficaci che per gli adulti. Da sempre la vaccinazione riguarda soprattutto i più piccoli e nessuna preoccupazione a riguardo ha fondamento».

E la vaccinazione in gravidanza?
«Veniva evitata per cautela, ma è raccomandata dopo il terzo mese. Non perché prima faccia male, ma perché è aumentata l’età media del parto e di conseguenza gli aborti spontanei, dunque per evitare confusioni si preferisce aspettare. Se mia figlia fosse incinta la farei vaccinare senza dubbi».

Ha senso che il Green Pass funzioni dalla prima dose?
«Chi fa la prima dose poi fa la seconda e serve soprattutto come spinta a vaccinarsi sul modello francese».

Verrà allargato a mezzi pubblici, uffici e scuole?
«La decisione spetta al governo, ma il Green Pass serve a mitigare l’infezione ed è utile in tutti i luoghi dove le persone possano contagiarsi. Come immunologo vaccinerei tutti, dunque richiederei il certificato verde ovunque possibile».

È giusto sostituire i ricoverati ai contagiati come parametro per le zone gialle?
«Sì, perché prima dei vaccini moriva 1 infettato su 50 e ora da Inghilterra e Spagna sappiamo che è 1 su 500. Bisogna seguire cosa succederà in agosto dove il virus corre. Se l’Inghilterra si fermerà a 70-80 mila contagiati al giorno, con un centinaio di relativi morti, saranno numeri spiacevoli, ma da influenza stagionale. Altrimenti dovremo preoccuparci».

LA STAMPA

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