Vaccini, riforma e scuola: Mattarella a fianco di Draghi
Diciamo le cose come stanno: siamo tecnicamente dentro una “curvatura presidenzialista” de facto. E non perché ci sia una volontà di qualcuno di esondare dai propri poteri. Ma perché – c’è poco da fare – la liquefazione del sistema politico e la crisi dei partiti che ha portato alla nascita del governo Draghi su impulso del capo dello Stato, fa sì che l’Italia sia, in questo momento, il paese dei “due presidenti”, in quanto garanti dell’interesse nazionale, sul piano dell’emergenza sanitaria, della ricostruzione economica, dell’affidabilità e della credibilità internazionali. Le cosiddette bandierine identitarie dei partiti non sono tutte uguali, ce ne sono di nobili e di meno nobili, di razionali e di oscurantiste, di europeiste e di euroscettiche, ma il dato è che nessuna, delle forze politiche, è in grado di garantire una tenuta sistemica in un quadro politico che è ancora dentro il default che ha prodotto Draghi. Si è semplicemente spostato il baricentro dal piano strettamente politico al piano istituzionale. Quanto poi, se questo è lo schema, ci si possa permettere di scegliere, o il sistema ancora collassato sarà in grado di scegliere, il prossimo febbraio, un inquilino al Quirinale che non sia uno di questi due presidenti, è altro discorso, prematuro e inutile ora.
L’HUFFPOST
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