Clima, la co-autrice del rapporto Onu Tebaldi: «Il riscaldamento globale? Avevamo previsto tutto. Ora dobbiamo adattarci»

di Sara Gandolfi

Tebaldi, co-autrice del sesto rapporto dell’Ipcc sul cambiamento climatico: «Era già tutto previsto, gli eventi estremi saranno più lunghi e frequenti»

L’italiana Claudia , coautrice del sesto rapporto dell’Ipcc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) e ricercatrice del Pacific Northwest National Lab, vive da tempo negli Usa, dov’è emigrata poco dopo la laurea in Statistica alla Bocconi e dove ha cominciato a lavorare, fra le prime al mondo, sulla quantificazione delle incertezze nei modelli climatici presso il National Center for Atmospheric Research di Boulder, in Colorado. È lì che ha incontrato il suo «mentore», Jerry Meehl, con cui ha firmato il primo studio scientifico sulle onde di calore nel futuro e sulla correlazione con il riscaldamento globale, pubblicato su Science nel 2004. Studio che andò lei stessa a «spiegare» al Senato americano.

Avevate già previsto tutto?
«Sì, avevamo previsto che questi eventi estremi sarebbero diventati più intensi, più frequenti, più lunghi».

Com’è possibile che un riscaldamento globale di 1,1°, come l’attuale, provochi impennate simili?
«Innanzitutto, è bene chiarire che certe regioni del pianeta si scaldano più della media, altre meno. Ad esempio, per 1° di riscaldamento globale, la superficie terrestre si riscalda di almeno 1,5° mentre l’oceano di circa 0,7°. E anche a livello terrestre, ci sono regioni che si riscaldano ad un tasso doppio, come le zone artiche, rispetto alla media. I modelli probabilistici dimostrano poi che con l’aumento medio delle temperature aumentano anche le probabilità di eventi estremi “caldi”».

La canicola è sempre esistita…
«Gli estremi esisterebbero anche senza il riscaldamento terrestre provocato dall’uomo, che però li rende più frequenti, probabili e lunghi».

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