Covid, «In Sicilia pesano la diffidenza a vaccinarsi e il numero di turisti»
di Felice Cavallaro
L’isola, dove aumentano rapidamente contagi, ricoveri e morti, rischia la zona gialla da lunedì prossimo. Il primario Alberto Maringhini: tanti contagi importati
Aumentano rapidamente contagi, ricoveri e morti per Covid nella Sicilia che rischia la zona gialla da lunedì prossimo. Preoccupato il mondo della sanità. A cominciare dal primario di Medicina all’ospedale Civico di Palermo, il professore Alberto Maringhini, allarmato anche dalla crescita dei bambini colpiti dal virus in un’isola che, dice, «deve combattere contro due nemici: uno interno e l’altro esterno, cioè la diffidenza a vaccinarsi e il gran numero di turisti».
Perché la Sicilia è ultima fra le regioni per le vaccinazioni in ogni fascia di età?
«Tra
i meno istruiti prevale la superstizione, ma anche una certa
informazione offre dati troppo allarmistici rispetto ai rischi reali di
effetti collaterali. Non mancano poi resistenze in fasce culturalmente
avanzate. Si arriva così a moltiplicare per sei in un mese i contagiati
che pare si attestino sui 15 mila ormai».
Con ospedali pieni?
«No
questo non succede. Al Civico di Palermo, a pieno regime, durante la
seconda ondata, avevamo due reparti di medicina, uno di pneumologia e le
malattie infettive con 200 posti pieni. Adesso i malati sono meno di
una trentina. Significa che, nonostante ci siano tanti contagi, i casi
gravi restano pochi. Effetto del vaccino».
E i bambini?
«La variante Delta colpisce i piccoli. Prima erano casi eccezionali, adesso aumentano».
Che fare?
«Occorre
evitare chiacchiere e scontri politici sul green pass convincendo tutti
a vaccinarsi. La prima cosa è coinvolgere maggiormente i medici di
famiglia. Di loro si fidano i pazienti. E loro hanno un controllo
capillare dei mutuati, con indirizzi, numeri di telefono, conoscenza
familiare. Ed è giusto che green pass e obbligo del vaccino siano
affrontati in modo coraggioso anche nelle scuole».
Preoccupato dal ritorno in classe?
«Bisogna
combattere la resistenza fra i docenti. Finalmente i medici che non si
vaccinano vengono sospesi da attività e stipendio. Ecco il vero
incentivo a vaccinarsi. I docenti rischiano quasi quanto noi. Devono
farlo per proteggersi e per evitare la diffusione del virus. Quindi, chi
non lo fa non entra a scuola. Come accadeva per la lotta a vaiolo,
poliomelite o difterite».
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