Tajani: “Nel 2023 partito unico con Lega e Meloni”
«Attenzione, quando si parla di federazione tra Forza Italia e Lega non dobbiamo confondere. È solo una maggiore collaborazione dei due partiti di centrodestra che stanno al governo». Antonio Tajani, europarlamentare e vicepresidente azzurro, mette bene in chiaro quale sia la partita in gioco: «Berlusconi è un federatore, lo è sempre stato, e ha un progetto ambizioso, il partito unico del centrodestra nel 2023, quando ci saranno le elezioni».
Quindi, vi presenterete con la Lega come un unico soggetto politico?
«L’obiettivo è che il partito unico si generi nel 2023. O in
concomitanza con le elezioni o subito dopo. Ciò che ha in mente
Berlusconi è un forza come i Repubblicani negli Stati Uniti, in grado di
governare l’Italia fino al 2050. È un progetto che coinvolge tutto il
centrodestra, quindi non solo Forza Italia e Lega, ma anche Fratelli
d’Italia».
Sarà inevitabile scegliere un leader…
«Lasciamo stare la partita dei leader. Non basta mettere uno a
comandare. Prima viene il progetto. Non si può far nascere una forza
unitaria dalla mattina alla sera. Lavoriamo su una visione di futuro,
che deve avere come stella polare l’Europa, la Difesa unica, la politica
estera comune, ma anche il rapporto decisivo con gli<ET>Stati
Uniti».
Questa idea di Berlusconi è condivisa anche da Salvini?
«Io non parlo per Salvini, posso dire quale sia il progetto di Berlusconi».
Quindi, al momento niente Federazione con gruppi unici di FI e Lega in Parlamento?
«Come ho detto, quella impostata nell’incontro di Villa Certosa tra
Berlusconi e Salvini è una maggiore collaborazione dei due partiti di
centrodestra al governo. Niente gruppi unici. E non è un progetto contro
qualcuno».
Si riferisce alla Meloni?
«Certo. Berlusconi ha incontrato anche lei poco tempo fa. Come è naturale che sia. Perché Fratelli d’Italia, nonostante non sia al governo, condivide con noi l’appartenenza al centrodestra e il confronto deve essere continuo».
In cosa consisterà questa vostra maggiore collaborazione con la Lega?
«Un rapporto più serrato, con riunioni congiunte a cui parteciperanno i
ministri, i quattro capigruppo e i vertici dei due partiti».
Per fare cosa?
«Bisogna avere una proposta forte di governo alternativa a quella di Pd e
M5s. È un’esigenza naturale di riequilibrare le posizioni per portare
in porto le riforme fondamentali di cui il Paese ha bisogno: dalla
giustizia al fisco, dalla burocrazia alla politica estera. Ma deve
essere ben chiara una cosa».
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