Andrea Costa, sottosegretario alla Salute: “Lezioni in presenza, siamo pronti. Ora l’obbligo di certificato per gli statali”

Federico Capurso

ROMA. Il Green Pass totale per la scuola è stato appena varato, ma nel governo già si discute della possibilità di estendere l’obbligo di certificato anche ai dipendenti della pubblica amministrazione. Forse, con un decreto in arrivo giovedì in Consiglio dei ministri. Tra i favorevoli c’è senza dubbio il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, esponente di Noi con l’Italia, che spinge in questa direzione: «Sarebbe positivo adottare una misura del genere – dice –, specie se c’è contatto con il pubblico. E poi si deve dare un segnale di progressivo ritorno alla normalità ai cittadini. Ce lo chiedono anche le imprese, che hanno bisogno di veder tornare gli uffici pubblici a lavorare in presenza».

È contrario allo smart working?

«Preferisco il Green Pass. Poi si può mantenere una quota di telelavoro, come previsto dal ministro Brunetta, perché i servizi procedono lo stesso, ma nelle agenzie del territorio le imprese non possono aspettare settimane per un appuntamento. Dobbiamo ripartire e il segnale arriva anche da lì».Estenderebbe il Green Pass ad altre realtà lavorative?

«Sì, ma non in maniera generalizzata. Piuttosto, correggerei alcune contraddizioni che si sono create in questi mesi. Se un cittadino deve esibire il Green Pass per andare in un ristorante al chiuso, allora anche chi prepara la cena e la serve dovrebbe avere il certificato. Vale lo stesso discorso per chi lavora nei cinema, nei teatri, allo stadio, e così via. Quello che vale per i clienti, deve valere per chi lavora».

Potrebbero riaprire le discoteche? In tutta Europa i giovani si radunano a migliaia per ballare. Perché non in Italia?

«Le discoteche, con il criterio del Green Pass, dovrebbero poter essere aperte. Lo avessimo fatto prima, avremmo potuto contrastare fenomeni abusivi come i rave e avremmo sottoposto tantissimi giovani ai tamponi, necessari per avere il Green Pass. Si sarebbe fatto uno screening più forte e avremmo intercettato tanti contagiati che invece ci siamo persi. Dovevamo avere un po’ di coraggio in più, ma nel governo ci sono posizioni diverse e ha prevalso la linea più dura. Per me, abbiamo fatto un errore».

Molte scuole riapriranno domani i loro portoni. Dobbiamo aspettarci problemi?

«No, direi che siamo pronti. L’obiettivo di garantire le lezioni in presenza lo abbiamo raggiunto e ci sono le condizioni per proseguire in questa direzione per il resto dell’anno scolastico. L’estensione del Green Pass nelle scuole serve a questo, così come gli investimenti nei trasporti e nel sistema di screening con tamponi salivari. Ci potrà essere qualche criticità all’inizio, ma andrà tutto bene».

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