Andrea Costa, sottosegretario alla Salute: “Lezioni in presenza, siamo pronti. Ora l’obbligo di certificato per gli statali”
Il primo problema da risolvere potrebbero essere i 100 mila docenti non vaccinati…
«Il discorso vale per tutti i cittadini non vaccinati. Solo una piccola minoranza di questi è ascrivibile al mondo No Vax. Con quelle persone, ogni discorso e ogni evidenza scientifica sono inutili, ma con la restante parte dei non vaccinati si deve dialogare. La radicalizzazione del confronto non porta a risultati positivi. Preferisco mettere in evidenza i 40 milioni di cittadini che si sono vaccinati e che hanno messo al centro un senso di comunità che i No Vax non hanno, evidentemente».
Se però in una classe sono tutti vaccinati si potrà togliere la mascherina?
«Se tutti sono vaccinati e se viene anche garantito il distanziamento, credo si possa discutere l’ipotesi di togliere la mascherina durante la lezione. Poi ci sono condizioni diverse in ogni classe, magari ci sono persone fragili, e allora il discorso è diverso, ma se viene soddisfatta una serie di requisiti, credo sia un’idea di buon senso. Il governo dimostrerebbe, tra l’altro, di avere fiducia nei cittadini».
L’obbligo vaccinale invece divide la maggioranza. Ci arriveremo?
«L’obbligo non deve essere un tabù. Il governo si è già assunto la responsabilità di prevederlo per i sanitari e per tutti gli operatori non sanitari che entrano nelle Rsa, con l’obiettivo di proteggere fragili e anziani. Se ci troveremo di fronte a un quadro che non ci permette di raggiungere l’immunità di cui abbiamo bisogno, non escluderei l’obbligo per altri settori».
Tra poco si inizierà a somministrare la terza dose di vaccino per i più fragili e per gli over 80. Quando si allargherà la platea?
«Il compito del governo è quello di farsi trovare pronto. Dopo gli over 80 proseguiremo con il personale sanitario e poi daremo la terza dose a tutti coloro che hanno completato il ciclo vaccinale. La gestione sarà più semplice, perché la macchina è rodata, ed è ragionevole pensare che si proceda per scaglioni d’età come abbiamo fatto finora»
LA STAMPA
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