Basta con l’anomalia italiana. Ci devono dire quando torneremo al 2019
È mostruoso avere paura di chi ti sta vicino, sobbalzare al primo starnuto, salutarsi con inchini, non darsi più il segno della pace in chiesa, infilarsi una maschera se non riesci ad evitare un gruppo di ragazzi sul marciapiede. Sarà stato pure necessario, ma non è da prendere a modello: così una società si sfalda, così la vita diventa tristezza, così ci perdiamo privi di qualsiasi speranza. Non facciamo diventare questa la pandemia post pandemia, perché non sarebbe meno nefasta.
Chi guida l’Italia deve dare un orizzonte alla comunità che si affida, strapparla dalla paura, non tenerla ostaggio di mille timori. Si faccia un ultimo sforzo con le vaccinazioni e se saranno necessarie altre dosi, le si renda normali e non straordinarie come ormai accadeva già con le campagne sull’influenza, ma tutto il resto via. Perché dobbiamo tornare prima che il Paese si sfaldi al 2019. Dopo tutto quello che è stato detto e fatto, credeteci a questi vaccini. Se non si torna alla vita di prima allora è perché questa fiducia non c’è. Qualche sospetto ho a questo proposito. Ieri per partecipare a una trasmissione della tv di Stato mi è stato chiesto di fare un tampone. Ho replicato che avevo il green pass vaccinale, ma non bastava. Se non basta significa che la prima a non credere ai vaccini è proprio la Rai. Ma la stessa cosa mi dicono che accade a Mediaset e in altri posti pubblici e privati. È un grave errore, ed è benzina pura per alimentare le fila dei no vax. Credeteci e portateci fuori da questo incubo. Perché tutti ne abbiamo diritto e vedere ai nostri confini altri che lo fanno farà crescere rabbia e delusione.
IL TEMPO
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