Toti e il Green pass: «La libertà è evitare il lockdown. Sbaglia chi insegue i social»
di Adriana Logroscino
Qualche settimana fa aveva proposto la vaccinazione obbligatoria degli over 50. Ora, rispetto all’estensione del green pass, invita Salvini a fidarsi dei suoi governatori, quelli che «negli ospedali ci vanno e quindi sanno che i non vaccinati sono la stragrande maggioranza dei ricoverati in terapia intensiva». Giovanni Toti, presidente della Liguria e leader della formazione di centrodestra Coraggio Italia, è un pro-vax della primissima ora.
Presidente Toti, Salvini frena sull’estensione del green pass: calcolo o convinzione?
«Vedremo cosa faranno gli esponenti della Lega in Consiglio dei ministri. Questo è quello che conta. Se le esternazioni di Salvini fossero
il risultato di un calcolo politico, sarebbero a mio avviso un calcolo
sbagliato. Gli italiani, lo confermano anche i sondaggi, vorrebbero
l’obbligo vaccinale, figuriamoci se non sono favorevoli a un uso più
largo del green pass. La priorità, in questo momento, è la sicurezza che
passa dalla sicurezza nei luoghi di lavoro e ovunque sia possibile».
E quelli che temono il vaccino e sentono l’estensione del green pass come una compressione della propria libertà?
«Una minoranza. Certamente rumorosa, ma sempre una minoranza. Gruppi
antisistema, espressione di una cultura antimodernista e complottista
che non riconosce le istituzioni di base: dall’Aifa all’Istituto
superiore di sanità. Che ritiene lo Stato imbrogli i cittadini. Una
formazione politica che vuole candidarsi a guidare il Paese, può essere
interlocutrice benevola di questa minoranza?».
Alla base delle
posizioni di Salvini può esserci anche una competizione con Fratelli
d’Italia, che ha un bacino elettorale simile a quello della Lega, ma è
all’opposizione del governo Draghi. Non crede?
«Certo, che in vista delle scadenze elettorali si inneschi una
competizione tra partiti vicini, è fisiologico ed è comprensibile. Ma
dubito che competere sull’estensione del green pass sia una tattica
vincente sotto il profilo del consenso. E in ogni caso Lega e Fratelli
d’Italia sono l’architrave di un centrodestra che si candida a governare
il Paese dopo Draghi. Le rispettive classi dirigenti devono dimostrare
di averla una cultura di governo, non possono farsi determinare dagli
umori dei social. Va detto che sul green pass si sono create posizioni
trasversali non solo nella Lega, ma anche in altre culture politiche:
Cacciari è contrario in nome di un principio di libertà».
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