Spence, premio Nobel per l’Economia, sostiene la candidatura di Torino: “Città ideale per il Festival”
Sta
dicendo che l’Europa ha fissato target troppo ambiziosi? Il governo
italiano, con i ministri Giancarlo Giorgetti e Roberto Cingolani, si è
mostrato preoccupato per la tenuta economica e sociale e chiede prudenza
nella svolta green.
«La
transizione ecologica non si può fare in una notte, parliamo di
investimenti enormi e di trasformazioni globali storiche. E non si può
fare nemmeno da soli, servono accordi con i paesi extra europei per
coordinare le politiche ambientali: se noi fissiamo obiettivi molto
ambiziosi e altre potenze non lo fanno, è evidente il pericolo di far
saltare il sistema produttivo e di veder esplodere le diseguaglianze. Ma
la direzione scelta dall’Europa è corretta: il cambiamento climatico
deve essere al centro dell’agenda di tutti, istituzioni e privati. Non è
un tema del futuro, ma un’urgenza di oggi: sappiamo bene che le
calamità naturali si stanno moltiplicando. Tenere insieme le esigenze
dell’economia, dell’ambiente e della lotta alle diseguaglianze è
decisivo».
In che modo?
«La soluzione non può essere farsi la guerra, magari alzando il muro di una carbon tax verso quei Paesi che non rispettano i vincoli ambientali: faremmo felici le imprese europee, ma i prezzi aumenterebbero e sarebbero ancora una volta penalizzati i più deboli. Parliamo di problemi globali che poi si pagano a livello locale. Servono nuovi accordi mondiali, con obiettivi anche più ambiziosi di quelli di Parigi».
LA STAMPA
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