Libbre, once e malinconia

di   Beppe Severgnini

C’è una canzone dei Jethro Tull che, da ragazzo, non mi stancavo di ascoltare: «Living in the past». La band britannica, che è ancora viva e vegeta, potrebbe proporla come inno nazionale, da alternare a quello che rende omaggio all’ammirevole e paziente sovrana Elisabetta. «Living in the past», vivere nel passato. È quello che molti inglesi, di questi tempi, sembrano amare. Non tutti. Ma abbastanza da tenere in piedi le fantasie retró del governo conservatore di Boris Johnson.

  L’ultima trovata è abbandonare il sistema metrico decimale per tornare alle cosidette misure imperiali, come le libbre (pounds) e le once (ounces). Ricordo la meraviglia quando le ho incontrate, durante il primo soggiorno in Eastbourne, Sussex (1972, l’anno di «Living in the past»). Un quindicenne lombardo non riusciva a capire perché una libbra (pound) si chiamasse come una sterlina (pound); né perché dovesse pesare come 16 once. L’introduzione graduale del sistema metrico decimale — pretesa dall’industria britannica — mi ha poi aiutato a dimenticare quegli interrogativi adolescenziali.

  Perché il governo britannico, oggi, torna alla carica? Per premiare gli anziani nostalgici che nel 2016 hanno portato Brexit alla vittoria? Anche, forse. Ma il ritorno al sistema imperiale è qualcosa di più: un modo per segnalare, una volta ancora, la propria diversità dal resto d’Europa. Europa cui il Regno Unito appartiene: storia e geografia non si cambiano con un referendum.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.