Smart working nella Pa: le nuove regole dal 15 ottobre (e da gennaio)
di Claudia Voltattorni
1. Come è regolato oggi il lavoro agile nella Pubblica amministrazione?
Lo smart working semplificato (cioè senza alcun accordo tra datore di lavoro e lavoratore) è possibile fino alla fine dello stato di emergenza fissato al 31 dicembre 2021.
Fino a fine anno ogni amministrazione pubblica può chiedere ai propri
dipendenti di lavorare da remoto per alcuni giorni alla settimana.
2. C’è un limite all’impiego di dipendenti pubblici in smart working?
No. Il decreto Proroghe dello scorso aprile ha eliminato il limite del 50%. Fino al 31 dicembre 2021 ogni amministrazione è libera di decidere quanti dipendenti possono lavorare da remoto e quanti giorni in base alle proprie specificità. L’importante è garantire che «l’erogazione dei servizi rivolti a cittadini e imprese avvenga con regolarità, continuità ed efficienza, nonché nel rigoroso rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente», come spiegò allora il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Oggi l’uso del lavoro agile è ancora massiccio nella maggior parte degli uffici, con punte che superano il 50%. Ma dal 1° gennaio 2022 il limite massimo sarà al 15%.
3. È previsto un rientro negli uffici entro la fine dell’anno?
Sì. A partire dal 15 ottobre, con il green pass obbligatorio per accedere al luogo di lavoro, il governo decreterà che il lavoro in ufficio dei dipendenti pubblici torna ad essere la modalità ordinaria. Un provvedimento del ministro Brunetta definirà i piani di rientro che sarà comunque graduale: prima i lavoratori agli sportelli, poi via via i lavoratori del back office, sia nelle amministrazioni centrali che in quelle periferiche.
4. Cosa succede dal primo gennaio 2022?
Le
norme attualmente in vigore prevedono che ogni amministrazione con più
di 50 dipendenti entro il 31 gennaio di ogni anno rediga il Piano
integrato attività e organizzazione (Piao) con gli obiettivi
programmatici e strategici della performance e la strategia di gestione
del capitale umano, quindi anche il ricorso al lavoro agile definito nel
Pola, il piano organizzativo di lavoro agile con la quota minima del
15% di dipendenti da remoto (prima era al 60%). Per le amministrazioni
che non presenteranno il Pola, la quota di lavoro agile sarà comunque
del 15%.
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