A scuola torna l’incubo Dad, Sos dei presidi: “Con queste regole peggio dell’anno scorso”

Del resto, non è uguale per tutti nemmeno il periodo di isolamento domiciliare: 7 giorni per i vaccinati, 10 giorni per i non vaccinati, fino a 14 giorni per chi rifiuta di sottoporsi al tampone di controllo. «Così c’è chi torna in classe prima e chi dopo, con evidenti problemi per i docenti nell’organizzare la didattica – spiega Costarelli –. Se le le regole restano queste, si rischia di andare peggio dello scorso anno, nonostante i vaccini». L’idea di adottare il modello tedesco, mettendo in isolamento non tutta la classe, ma solo la persona positiva e i suoi contatti strettissimi, ad esempio i compagni di banco, permettendo il ritorno in presenza degli altri studenti se negativi al test, non trova molti sostenitori. Dal ministero della Salute dicono che questa ipotesi «non viene presa in considerazione» e anche Costarelli ha parecchi dubbi: «Per una strategia del genere servirebbe un’efficienza nel tracciamento molto superiore – avverte – oppure si potrebbe pensare una durata ridotta della quarantena per i vaccinati, ma le indicazioni devono darle le autorità sanitarie». Anche perché il compromesso non è agevole: «Sulla quarantena si scontrano esigenze contrapposte – spiega Giannelli -, meno giorni sarebbe meglio per la didattica, ma uniformare è un’esigenza sanitaria. Servirebbe un contact tracing più rigoroso, ma è difficile perché le Asl non hanno personale sufficiente per analisi così approfondite». E, allora, bentornata Dad.

LA STAMPA

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