Gli ostacoli al Pnrr: il rilancio ha tempi più stretti
di Maurizio Ferrera |
Il programma Next Generation Eu e le politiche espansive della Banca centrale hanno creato una situazione per molti aspetti speculare rispetto a quella di dieci anni fa, quando l’Europa e l’Italia in particolare erano nel pieno della crisi finanziaria. Non più «lacrime e sangue», ma politiche di spesa pubblica sovvenzionata dall’Unione: una svolta difficile da immaginare persino nei sogni più sfrenati, come dicono gli inglesi.
L’avvio di un nuovo ciclo politico in direzione espansiva consente di superare quella «fatica da austerità» che ha creato forti turbolenze politiche nell’ultimo decennio. La formazione del governo Draghi ha attutito le principali linee di conflitto ideologico, la maggioranza parlamentare comprende oggi tutti i partiti tranne Fratelli d’Italia, i Cinque Stelle hanno abbandonato il populismo delle origini, la Lega è molto meno euro-scettica.
Per ora almeno, il ciclo espansivo sta seguendo una traiettoria ben definita per quanto riguarda obiettivi e metodi. Ciò non dipende solo dalla competenza e dalla serietà di Mario Draghi, ma anche dalla necessità di rispettare i criteri definiti con Bruxelles. Delle 51 «condizioni» da soddisfare entro quest’anno, siamo più o meno in linea con gli impegni previsti. Ora ci aspetta lo sforzo più arduo: altre 42 condizioni entro fine anno, fra cui riforme importanti come il processo civile, il regime delle insolvenze, l’istruzione terziaria, la formazione e le politiche del lavoro, il fisco. Dobbiamo poi ovviamente realizzare gli investimenti pubblici già previsti.
Consapevole dell’urgenza, il governo ha rafforzato il ruolo della cabina di regia per sveltire i provvedimenti e spronare i Ministeri.Un ottimista potrebbe dire: finalmente siamo entrati in un periodo di quiete dopo la tempesta. Vi sono tuttavia segnali di rischio che non vanno sottovalutati. Nel nostro Paese i cicli politici espansivi hanno quasi sempre dato vita a spirali di irresponsabilità collettiva: compromessi spartitori, manipolazioni di natura clientelare, voto di scambio. La montagna del debito pubblico è lì a dimostrarlo. Per fortuna, le risorse del Next Generation Eu devono essere usate per investimenti pubblici. Non si possono creare «posti fissi» né distribuire prebende.
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