Manovra, fino a mille euro in più in busta paga: ecco le simulazioni del taglio Irpef
di ANTONIO TROISE
Simulazioni del taglio del cuneo fiscale
Più soldi nellebuste paga dei lavoratori e meno tasse per famiglie e imprese. Gli obiettivi della manovra economica 2022, che il governo Draghi dovrebbe varare nei prossimi giorni, sono stati messi nero su bianco martedì sera, a Palazzo Chigi, nel Documento di programmazione di bilancio, la cornice “macroeconomica” degli interventi. Ora, però, si deve passare dai numeri ai fatti. E qui, il discorso, diventa più complesso.
L’esecutivo ha stanziato 8 miliardi di euro per ridurre le tasse. Gran parte della cifra sarà destinata al taglio del cosiddetto “cuneo fiscale“, vale a dire la differenza fra quello che intascano a fine mese i dipendenti e quello che realmente viene pagato dai dato di lavoro. Proprio ieri l’Ocse, l’organizzazione dei Paesi più industrializzati, ha lanciato un vero e proprio appello a intervenire su questo fronte dal momento che l’Italia ha il quinto “cuneo fiscale” più alto del mondo e questo non incoraggia il lavoro.
Che cosa succederà a questo punto? Come saranno spesi gli 8 miliardi stanziati dall’esecutivo? E, soprattutto, chi trarrà i maggiori vantaggi? Tutto dipenderà, ovviamente, dagli interventi che saranno decisi all’interno della manovra economica. Ma sembra molto probabile che l’esecutivo continuerà ad agire utilizzando la leva dei cosiddetti “trattamenti integrativi” che già oggi troviamo nella busta paga dei lavoratori che hanno un reddito fino a 40mila euro.
L’obiettivo dell’esecutivo resta quello di ampliare il più possibile la platea, favorendo in particolare i ceti medi, quelli che attualmente sono gravati con un’aliquota del 38%, 11 punti in più rispetto allo scaglione fra i 15 e i 28mila euro. Tutto dipenderà, ovviamente, dalle risorse che saranno immediatamente disponibili.
Nelle simulazioni che pubblichiamo (e che sono state effettuate dalla Fondazione dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) sono state considerate due variabili. L’aumento del bonus da 100 a 120 euro e, soprattutto, l’ampliamento dell’integrazione economica fino ad una fascia di reddito di 55mila euro.
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