Covid in Europa, contagi in crescita: «Catastrofe» Romania, paura nell’Est
In Gran Bretagna primi piccoli segnali di un rallentamento
La Gran Bretagna sembra
aver invertito la tendenza: ieri si sono registrati 36.657 nuovi casi,
in calo del 25% rispetto a una settimana prima. E sempre ieri i decessi
segnalati sono stati 38, in calo del 16% rispetto a lunedì scorso. La
media dell’ultima settimana è adesso di 45.100 contagi al giorno e 135
decessi. In ospedale ci sono 8.239 pazienti ricoverati per coronavirus,
ma solo il 20% dei letti in terapia intensiva è occupato da malati di
Covid-19. Al momento l’86% della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto
almeno una dose di vaccino e il 79% risulta completamente immunizzato.
In Francia casi sotto controllo: richiami agli anziani
Una quinta, piccola ondata, forse
legata al rilassamento della popolazione quanto alla dose di richiamo
del vaccino e ai «gesti barriera». È quella che potrebbe prodursi in Francia,
dove ieri il ministro Veran ha lanciato una campagna di richiamo per
gli anziani e le persone a rischio. I francesi over 12 con vaccinazione
completa sono l’86,2%, i nuovi casi sono 5.005 in 24 ore, 1.227 in più
rispetto alla settimana precedente. Ma il presidente del consiglio
d’orientamento sulle vaccinazioni, Alain Fischer, è ottimista: «Presto
il virus potrebbe diventare endemico, cioè presente ma senza provocare
infezioni severe».
In Germania no all’obbligo, il virus torna a girare
Nella sua ultima intervista da cancelliera, Angela Merkel ha
insistito sull’importanza di «lasciare i tedeschi liberi di scegliere»
se vaccinarsi. In effetti, il 66,2% della popolazione è vaccinato. Solo
chi ha le «3g» (tamponato, guarito o vaccinato) può partecipare alla
maggior parte delle occasioni di vita pubblica al chiuso, dai ristoranti
alle visite a cari in ospedale. Sui mezzi pubblici vige l’obbligo di
mascherina FFP2. Il virus però continua a circolare.
La media dei nuovi casi si attesta di nuovo attorno a circa 13 mila al
giorno (12.775 il dato di domenica), il 57% in più di 15 giorni fa; la
media dei morti è di 68 al giorno nell’ultima settimana, l’11% in più di
15 giorni fa. Il tasso di contagi su 100 mila abitanti è a 95,1: era
dal picco del 13 maggio che non superava 100, ma l’andamento è in quella
direzione. Non c’è comunque preoccupazione per l’affollamento delle
terapie intensive. Lo stato di emergenza nazionale, in vigore dal 28
marzo 2020, dovrebbe finire per legge il 25 novembre. Eppure in vista
della nuova impennata sono in molti a chiedere al Parlamento nazionale
di votarne una proroga.
In Romania chiuse le scuole: è una «catastrofe»
In Romania, penultimo Paese Ue per numero di vaccinati,
dilagano contagi e morti. I posti in terapia intensiva sono tutti
occupati, il presidente Klaus Iohannis ha definito la situazione «una
catastrofe» prima di annunciare le nuove, severe, restrizioni anti
Covid, in vigore da ieri: scuole chiuse, obbligo di green pass anche nei
centri commerciali, nei negozi e per uscire di notte. Qui come in altri
Paesi dell’area ex sovietica la mancanza di fiducia nelle istituzioni
pubbliche dopo decenni di regime comunista ha alimentato lo scetticismo
nei vaccini. Per la prima volta, però, si impennano gli immunizzati:
sono passati in pochi giorni dal 30% al 40%.
In Russia mille morti al giorno: Mosca corre ai ripari
A maggio la Russia poteva ancora pensare che il peggio fosse
passato. Ma poi, con il basso numero di vaccinati e la quasi totale
assenza di misure restrittive, le cose sono precipitate. Sei mesi fa i
nuovi casi erano 8.000 al giorno, con 330 morti e gli ospedali non più
sotto pressione. Saliti a 25.000 a luglio, erano poi scesi a 20.000 tra
agosto e settembre. Quindi la ripresa vertiginosa con quasi 40.000 casi
ieri. Idem i morti, ora ben oltre i 1.000 al giorno. E i vaccinati sono
ancora pochi: solo il 40% dei maggiorenni. Ora Mosca corre ai ripari:
dal 28 ottobre al 7 novembre chiude scuole, negozi, uffici e fabbriche.
Israele, pioniere della terza dose: ora apre ai turisti
Dopo venti mesi di chiusura, i turisti posso tornare in Israele dalla settimana prossima. Non tutti: bisogna essere vaccinati o guariti e non possono essere passati più di sei mesi dalla seconda dose o dal certificato di recupero. Il Paese ha anticipato tutti gli altri sulla terza iniezione, disponibile fin dallo scorso agosto: i casi gravi (adesso 284) si sono dimezzati rispetto ad allora. Resta la preoccupazione per il numero di non vaccinati (650 mila su 7 milioni che avrebbero potuto farlo) e per il milione di persone che ha saltato la terza dose.
Il governo si prepara ad allargare la campagna ai bambini dai 5 ai 12 anni.
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