Manovra: via il reddito al secondo rifiuto, l’assegno cala dopo 6 mesi
Per la Naspi – ma a causa Covid in questo caso il décalage è sospeso sino a fine anno – è previsto che l’assegno riconosciuto ai disoccupati si riduca del 3% ogni mese. I 5 Stelle, che ieri con Patuanelli hanno espresso un «sì condizionato» a queste modifiche, la soglia minima doveva essere molto più alta in modo da mantenere il reddito di cittadinanza sopra quota 500 euro anziché sopra i 300.
Proroga semestrale per le villette, ma solo sotto i 25 mila euro di Ise
Il Superbonus 110% verrà prorogato anche per le case monofamiliari, le ville e le villette. Per questa tipologia di immobili, però, non si arriverà sino alla fine del 2023 come è già stato previsto dal Documento programmatico di bilancio per condomini e immobili degli Iacp, ma solo sino alla fine del 2022 e solamente per le prime case. In pratica, rispetto alla normativa in vigore, si guadagnano sei mesi in più di tempo. E’ questa la mediazione che è stata trovata ieri in cabina di regia dopo che l’annuncio dell’esclusione delle case singole aveva generato una sollevazione generale da parte di tutte le forze di maggioranza e delle imprese del comparto edile. Per accedere a questo beneficio dal prossimo anno verrà però introdotto un requisito di reddito fissando a 25 mila euro il tetto massimo dell’Isee. E’ stato poi previsto un anno in più di proroga anche per il bonus facciate, che nelle ipotesi inserite nel Dpb era destinato a scomparire: in questo caso però la percentuale di costi ammessi in detrazione verrà ridotta dall’attuale 90% al 60% . Sul superbonus, aveva spiegato martedì il sottosegretario al Mef Maria Cecilia Guerra «l’idea del governo è di accompagnare il superamento di questa misura importante per sostenere l’economia in un momento di crisi e indirizzare risorse sull’efficentamento» degli edifici e «accompagnarla lentamente a una riduzione e poi a una abolizione, e concentrarsi su una sistematizzazione dei diversi bonus che riguardano l’edilizia».
Eliminati gli sconti sugli acquisti, non hanno spinto la moneta digital
Sul Cashback l’ex presidente del Consiglio Conte ha perso la partita. Questa misura, destinata ad incentivare l’uso della moneta elettronica e quindi a contrastare in qualche modo l’evasione fiscale verrà infatti eliminata. Il Cashback, introdotto lo scorso anno dal governo giallo-rosso e poi sospeso nel secondo semestre di quest’anno (dirottando i relativi fondi sulla riforma degli ammortizzatori sociali), era finanziato sino a tutto il primo semestre del 2022 ed aveva a disposizione ancora 1,5 miliardi di euro. Partito il primo gennaio 2021 il Cashback consentiva di ottenere il rimborso del 10% sull’importo di tutti gli acquisti fatti in negozi fisici con carte di credito ed app di pagamento, ma dopo una partenza difficile ha subito rivelato un grosso difetto: più che spingere gli italiani a non usare il contanti, infatti, in larga parte i beneficiari erano persone che già utilizzavano ampiamente la moneta elettronica. Secondo Draghi, infatti, questa misura ha «un carattere regressivo ed è destinato a indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori». Come per il primo miliardo e mezzo stornato nei mesi passati anche i fondi residui saranno destinati dal governo alla riforma degli mmortizzatori sociali, che in questo modo potrà disporre di un budegt di 3 mliardi di euro, una cifra rilevate ma comunque distante dai 6-8 miliardi di euro ipotizzati dal ministero del Lavoro per poter varare un sistema di protezione universale.
LA STAMPA
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