Regioni in pressing sul governo: “Stretta sui No Vax”, ma la maggioranza è divisa
NICCOLò CARRATELLI
Da palazzo Chigi fanno sapere che, al momento, l’ipotesi di seguire l’esempio austriaco «non è allo studio». Non ci sono le premesse per immaginare restrizioni selettive per gli italiani non vaccinati contro il Covid (sono più di 7 milioni, il 13% della platea dai 12 anni in su), né dal punto di vista sanitario, visto il livello di contagi e ricoveri ancora lontano da quello di Vienna, né guardando alla fattibilità tecnica. «Il governo ha assunto decisioni che consentono al nostro Paese di restare aperto, per il momento ci fermiamo qui – dice la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini -. Valuteremo strada facendo se servirà cambiare l’assetto che ci siamo dati». Ma il suo collega dell’Agricoltura Stefano Patuanelli non esclude l’esenzione dei vaccinati dalle future restrizioni: «È una delle ipotesi su cui si lavora». Il passaggio in giallo, probabile per 4 o 5 regioni da qui a Natale (Alto Adige e Friuli Venezia-Giulia su tutte) non preoccupa più di tanto, perché comporta solo il ritorno dell’obbligo di mascherina all’aperto, lo stop alle tavolate al ristorante e una riduzione della capienza di cinema e teatri.
Palazzo Chigi: non allo studio Altro discorso sarebbe, invece, ritrovarsi in arancione, con un impatto ben più pesante sulle attività economiche. E allora meglio mettere le mani avanti, ha pensato Giovanni Toti, condividendo la linea con il collega del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, numero uno della Conferenza delle Regioni. «Chiediamo che le misure restrittive legate alle fasce di colore valgano solo per le persone che non hanno fatto il vaccino», spiega il presidente della Liguria. Mentre Fedriga, che l’esempio austriaco ce l’ha a pochi chilometri di distanza, la rigira così: «Non vogliamo maggiori restrizioni per i non vaccinati, ma che, in presenza di chiusure generalizzate, si lasci loro più libertà». Il fronte si allarga al presidente della Lombardia, Attilio Fontana, che vuole tutelare «gli oltre 8 milioni di lombardi vaccinati, che hanno dimostrato fiducia, consapevolezza e senso del bene comune». Poi al presidente del Piemonte, Alberto Cirio, perché, a suo avviso, «sarebbe un’ingiustizia profonda» far pagare nuove restrizioni ai vaccinati, la cui «fiducia nelle istituzioni deve essere ripagata». E al neoeletto presidente della Calabria (dove c’è quasi il 19% di non immunizzati), Roberto Occhiuto: «Nuove restrizioni dovrebbero coinvolgere esclusivamente coloro che non si sono vaccinati». Toti, Fedriga, Fontana, Cirio, Occhiuto: tutti governatori del centrodestra. L’unica voce fuori dal coro, al momento, è quella del presidente veneto Luca Zaia, che assicura di «non avere in animo nessun lockdown per i non vaccinati, di difficile applicazione anche dal punto di vista costituzionale».
Friuli e Alto Adige verso il giallo
È anche il solo a restare vicino alla posizione di Matteo Salvini: «L’impegno su cui stiamo lavorando è per non chiudere, non restringere, non proibire per nessuno – avverte il leader della Lega -.
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